La giornata commemorativa per il 18° anniversario della strage di Via D’amelio si è conclusa ieri sera. Erano le 20.30 circa quando la fiaccolata, organizzata dai movimenti “Giovane Italia”, “Forum XIX luglio” e “Azione Universitaria”, è partita da Piazza Vittorio Veneto, per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della scorta, uccisi dalla mafia. Si scrive spesso: “Borsellino e gli angeli custodi”, “Falcone e i ragazzi della scorta”.
In realtà questi ragazzi avevano nomi e cognomi che nessuno ricorda mai. Erano l’epicentro di esistenze indimenticabili e preziose, erano gli angeli custodi, erano la barriera protettiva di Paolo Borsellino: Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina.
Ad aprire il corteo Manfredi Borsellino, dietro lo striscione “Paolo Vive”, con alle spalle, migliaia di volti comuni e qualche volto noto, Gianfranco Fini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno hanno partecipato alla fiaccolata.
Il corteo scorre per le vie Libertà, Ugdulena, De Amicis, Rutelli, per poi andare dritto su via dell’Autonomia Siciliana e quindi via D’Amelio. Ci sono i gonfaloni delle città di Palermo e Roma, sono arrivati tanti siciliani da ogni parte dell’isola, rigorosamente muniti di striscioni.
La serata è calda e umida, la temperatura sfiora i trenta gradi e il rumorosissimo silenzio, accompagnato dal bagliore caldo delle fiaccole, conduce il fiume di gente sul luogo della strage.
La fiaccolata arriva in via D’Amelio, sul cancello del palazzo nel quale viveva la madre del giudice c’è uno striscione eloquente: “Fuori la mafia dai partiti”, in tanti vanno a guardarlo e annuiscono leggendolo.
Viene deposita una ghirlanda e la giornata commemorativa si conclude così, un saluto, un ricordo e la speranza che qualcosa cambi.
Sabrina Ferrante