E’ toccato al ministro Angelino Alfano prendere oggi le difese di un altro pezzo di governo che rischia di capitolare al cospetto della legge. Il Guardasigilli, durante il question time alla Camera, ha ribadito la piena fiducia al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, rimandando al mittente la richiesta dell’Idv di sfiduciare il pidiellino presumibilmente coinvolto nella rete relazionale tessuta dai manovratori della P3.
“Tutto è noto dell’inchiesta – ha scandito Alfano – niente è invece noto di ciò che il sottosegretario Caliendo avrebbe fatto agendo illecitamente o in direzione contraria ai doveri dell’ufficio che ricopre”. Il fatto che il sottosegretario non risulti indagato nel’inchiesta sulla loggia massonica rappresenta per il ministro (e per il governo tutto) motivo sufficiente per smentire velenose supposizioni. Da qui la ferma difesa: “Intendo ribadire in quest’aula – ha ripreso il responsabile di via Arenula – la piena correttezza di comportamento del sottosegretario Caliendo nei due anni di intenso e proficuo lavoro al ministero della Giustizia” e chiudere, dunque, in modo categorico all’ipotesi di un suo allontanamento dalla squadra di governo.
Dopo aver puntato l’indice contro le troppe indiscrezioni pubblicate sui giornali, il ministro ha rimarcato la distanza tra la maggioranza e l’opposizione in materia di giustizia: “E’ nostra intenzione – ha annunciato – adottare tutte le iniziative previste nel programma elettorale per rendere più efficiente e funzionale la giustizia italiana. Ciò nella consapevolezza della grande differenza che esiste tra noi e voi: per voi – ha detto rivolgendosi ai deputati dipietristi – la questione morale è andare dietro a ogni inchiesta, per noi è morale perseguire gli autori di reati senza inseguire fantasmi, dare certezza della pena ai colpevoli, ristoro alle vittime di reati e garanzie degne – ha concluso – di uno stato moderno e democratico”.
Maria Saporito