Roma, è allarme ‘giovani’

Alessio Cerci, 23 anni, eterna promessa giallorossa

Il presente è apparentemente roseo, ricco di contenuti tecnici di primissimo livello e non solo. Ma il futuro? Non parliamo di questioni societarie, ancora lontane dal risolversi del tutto. Ne facciamo un’esclusiva questione sportiva, basandoci sul materiale umano a disposizione della Roma 2010-2011. Il gruppo c’è, è competitivo e può garantire risultati concreti da qui ai prossimi tre anni. E poi? C’è da chiederselo, con un pizzico d’allarmismo. Se andiamo a valutare nel dettaglio l’organico, notiamo come molti punti fermi e pilastri assoluti della squadra abbiano ormai sorpassato la trentina: Julio Sergio (32), Cassetti (33), Juan (31), Riise (30), Pizarro (31), Perrotta (33), Taddei (30), Simplicio (31) e Totti (34). Gente di qualità e quantità, pilastri veri che entro due o tre anni andranno forzatamente sostituiti per limiti anagrafici.

C’è poi un gruppo di mezzo. Ovvero, quei calciatori che potrebbero potenzialmente costituire l’ossatura dell’organico per altre 5/6 stagioni. I nomi son quelli di Mexés (28), De Rossi (27), Brighi (29), Vucinic (27) e Adriano (28), tenendo in standby il ‘giallorossonerazzurro’ Nicolas Burdisso (29). Tutta gente indispensabile al fine di una programmazione a breve/medio termine. E si arriva al punto dolente della questione: i giovani. Ed è davvero abissale la differenza di qualità rispetto alla fascia dei cosiddetti ‘anziani’. L’elemento di maggior spicco è ovviamente Jeremy Ménez (23), seguito non troppo da vicino dai vari Andreolli (24), Rosi (23), Guberti (25), Cerci (23) e Okaka (21). Ragazzi di qualità che tuttavia, fin qui hanno dimostrato solo a sprazzi il proprio valore. Scommesse, di certo non garanzie per l’immediato. Il resto? Giocatori ormai persi al grande calcio, ex ‘promesse’ rivelatesi sostanziali bidoni: Antunes (23), Faty (24), Barusso (25), Greco (24) ed altri prestati in giro per l’Italia.

In sostanza, non c’è molto da stare allegri. Puntare sul gruppo storico è stata per anni una mossa vincente, e non è escluso che lo sia anche in vista delle prossime due o tre stagioni. Ma pur puntando sulla medesima ossatura, andrebbe attuato un programma di graduale ringiovanimento. Al momento, la Roma è immobile, ferma, incurante del rischio e in perenne attesa di svolte societarie. E ciò, in ottica futura, rischia di esser pagato a caro prezzo.

Alessio Nardo