Donne incatenate davanti all’ospedale Serafino Rinaldi di Pescina e un consiglio straordinario in programma questa sera contro il Piano di riordino della Regione e il taglio dei posti letto.
Ad annunciarlo è Alfonso Di Sipio, direttore sanitario della struttura situata in provincia dell’Aquila. “E’ una situazione delicata – spiega Di Sipio -. E’ una protesta che il sindaco ha deciso di portare avanti a oltranza fino a quando non ci saranno modifiche al Piano presentato dalla regione che in pratica – spiega – prevede la cancellazione dell’ospedale”.
Proprio a Pescina due giorni fa il sindaco di centrodestra Maurizio Radichetti, la Giunta e alcuni medici e infermieri hanno trascorso la notte sul tetto della struttura sanitaria, insieme a medici e infermieri, per protestare contro il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese che prevede tagli sull’intero territorio regionale.
Alla base della protesta c’è la decisione del subcommissario alla Sanità e della Regione Abruzzo di eliminare i ricoveri per i malati acuti dall’ospedale di Pescina, che dovrebbe diventare una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa), ospitando solo pazienti non autosufficienti, che non possono essere assistiti in casa e che necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti. E la stessa cosa vale per altri piccoli ospedali della Regione, dove si sono sollevate analoghe proteste (nelle strutture di Tagliacozzo, Gissi, Guardiagrele e Casoli).
I manifestanti chiedono che l’ospedale specializzato di Pescina mantenga l’attuale configurazione, in particolare il polo geriatrico di eccellenza, molto utile per la zona dove il numero di anziani è molto alto. “Questa è la base di partenza su cui discutere – ha affermato il sindaco -Non accetteremo la cancellazione della struttura e dei posti per acuti. Invito coloro che prendono le decisioni sul futuro di questo territorio almeno a verificare di persona le attività che vengono svolte all’interno dell’ospedale prima di prendere delle decisioni incoerenti e sbagliate”.
Il sindaco ha sottolineato che la protesta andrà avanti finché il sub commissario, Giovanna Baraldi, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e l’assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni, avranno ascoltato le loro ragioni. “Chiediamo che la Baraldi – ha spiegato Radichetti – venga a discutere della revisione del piano sanitario che, così com’è strutturato, non verrà mai accettato dalla popolazione. Formuli, invece, una nuova proposta alternativa che rispetti sia la struttura che i cittadini”.
Adriana Ruggeri