In occasione della presentazione della Settimana sociale dei cattolici a Palazzo Giustiniani, evento andato in scena nella giornta di ieri, il Presidente del Senato Renato Schifani ha avuto modo di chiarire il suo pensiero in merito al futuro politico che attende il nostro Paese. Ad ascoltarlo c’erano anche Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli e Pier Luigi Bersani, i leader dei principali partiti italiani.
Il Presidente del Senato si è subito detto contrario a qualsiasi governo tecnico: “In varie circostanze si sono invocati governi più o meno tecnici, istituzionali o di transizione per avviare riforme che prima erano secondarie e improvvisamente apparivano indispensabili, anzi del tutto prioritarie. I ripetuti e sempre falliti tentativi hanno determinato il blocco e il ritardo dell’ammodernamento dello Stato, la paralisi del quadro politico, il progressivo distacco dei cittadini dalle istituzioni”.
Quello che Schifani auspica per un futuro non troppo lontano è una maggiore unità, sinonimo di responsabilità, delle forze politiche. Il tutto per il bene del Paese: “La sfida che oggi ci troviamo di fronte con assoluta evidenza è quella della necessità di trovarci davvero di nuovo insieme, di saper costruire unità attraverso l’assunzione di un grado più alto di responsabilità che non miri ad una percentuale elettorale o a un gradimento di consenso immediato, ma rappresenti il contributo generoso e gratuito per il proprio paese, ancora una volta per il bene comune“.
Il responso uscito dalle urne, a detta di Schifani, non deve essere stravolto in quanto “la normalità democratica si realizza nel confronto tra maggioranze ed opposizioni emerse in seguito al voto elettorale”. L’auspicio del Presidente del Senato è quello che riprendere un dialogo costruttivo in Parlamento, dialogo in grado di “accantonare ogni divergenza” nel nome di una maggiore “responsabilità istituzionale” delle forze politiche. In conclusione, Schifani ha parlato del federalismo fiscale, manovra tanto desiderata dalla Lega: “La realizzazione del federalismo con i decreti attuativi – ha spiegato – deve necessariamente passare dalla soluzione della questione del divario tra Nord e Sud del paese”.
Di Marcello Accanto