Il problema della sistemazione della popolazione nomade e rom non preoccupa solo l’Italia, ma anche la vicina Francia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy si è esposto in prima persona dichiarando “guerra” a zingari e rom, condannandoli per i loro comportamenti. Proprio per discutere le misure da intraprendere, il capo di Stato transalpino ha deciso di fissare per il 28 luglio prossimo una speciale riunione. L’oggetto sarà “l’eventuale smantellamento di tutti i campi nomadi irregolari”.
Infatti, lo scorso 18 luglio nel villaggio di Saint-Aignan, nella regione della Loira, si sono verificati violenti incidenti dove circa 50 nomadi armati fino ai denti di coltelli e spranghe di ferro, dopo aver incendiato alcune auto, hanno assaltato e saccheggiato una gendarmeria e altri uffici pubblici della zona per protestare contro la morte di un ragazzo che il giorno precedente era stato ucciso dalla polizia, colpito dal proiettile esploso da un gendarme dopo aver forzato due posti di blocco.
Il vertice perciò servirà soprattutto a mettere in evidenza “problemi che pongono i comportamenti di alcuni nomadi e rom” e avrà il compito di “fare il punto della situazione in tutto il Paese”.
Una feroce polemica è stata inevitabilmente sollevata dalle organizzazioni in difesa dei diritti dell’uomo, le quali affermano l’ingiustizia di “proclamare una riunione per stigmatizzare un’etnia”. Immediata la replica del governo francese, il quale attraverso un portavoce governativo precisa che Sarkozy ha solamente additato “alcuni” nomadi, senza la volontaria volontà di condannare una comunità intera.
Ancora più indignata la reazione della Lega dei diritti umani (LDH): “È raggelante: siamo alla designazione di un capro espiatorio dopo un fatto di cronaca”, si legge in un comunicato stampa. La verità, conclude la LDH nella sua nota, è che “la Francia non vuole i rom, come dimostrerebbero le misure che impediscono loro l’accesso al mercato del lavoro, nonostante siano cittadini europei”.
Affermazioni forti che raffigurano alla perfezione il clima teso che si respira. L’ultima parola è però del governo francese, il quale ricorda che tutti, compresi nomadi, zingari e rom, “devono rispettare le leggi della Repubblica”. Un sacrosanto dovere, messo continuamente in dubbio da ogni straniero che crede di poter dettare legge in un paese ospitante.
Emanuele Ballacci