Ddl intercettazioni: Ok da commissione Giustizia

Per la commissione Giustizia alla Camera il testo sulle intercettazioni è pronto per passare alla discussione generale che si svolgerà il 29 luglio in Aula. La commissione, presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno, ha, infatti, ieri concluso i lavori sul discusso provvedimento, approvando una serie di modifiche parzialmente “benedette” dall’opposzione (eccezione fatta per l’Idv che sulla legge-bavaglio non intende cedere di un passo).

Ma quali sono gli emendamenti che la commissione ha ieri votato, spianando la strada alla sempre più probabile approvazione del testo entro l’estate? Il provvedimento licenziato dalla commissione prevede innanzitutto una riduzione delle sanzioni per gli editori che, in caso di trasgressione (ovvero di pubblicazione di intercettazioni considerate irrilevanti), potranno pagare un massimo di 300 mila euro.

A decidere la “rilevanza” dell’intercettazione sarà un pm che, in accordo con gli avvocati degli indagati, stabilirà entro 45 giorni dalla richiesta – nel corso di un’ “udienza-filtro” – quali intercettazioni potranno essere ascoltate e di conseguenza riferite dagli organi di informazioni e quali no.

Cade la norma pro-casta che prevedeva l’obbligo per il giudice di dover chiedere (e ottenere) l’autorizzazione dalla Camera di appartenenza nel caso in cui a essere intercettato fosse stato un parlamentare. Sale da 3 a 15 giorni il limite della proroga alle intercettazioni che il giudice potrà chiedere al tribunale fino al termine delle indagini, mentre la pena prevista per le registrazioni fraudolente (il cosidetto comma “D’Addario” dal nome della escort che fermò su un registratore le conversazioni intime con il premier) viene ridotta da 4 a 3 anni. Sarà inoltre nuovamente possibile installare cimici nelle auto o negli uffici delle persone fortemente sospettate o coinvolte in maniera significativa nelle indagini in corso.

Non solo novità però: nel ddl intercettazioni resta infatti la norma che obbliga anche i blog e le testate telematiche a pubblicare entro 48 ore le rettifiche a eventuali informazioni sbagliate.

“Il testo uscito dalla commissione – ha commentato il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo – realizza il giusto equilibrio tra le esigenze di investigazione e la tutela della riservatezza”. Non la pensano allo stesso modo i dipietristi che continuano a considerare inaccettabile il provvedimento approvato ieri in commissione e promettono battaglia dura il 29 alla Camera.

Più cauto il giudizio del Pd che, con la capogruppo in commissione Donatella Ferranti, ha però puntato l’indice contro l’emendamneto che rischia di rendere faticoso il ricorso alle intercettazioni per reati considerati “minori”: “Su questo punto non ci siamo – ha commentato la democratica – Nella lista manca l‘associazione a delinquere finalizzata a reati come usura, aggiotaggio, bancarotta, truffa aggravata e reati contro la pubblica amministrazione, da cui si risale spesso, come mostra l’esperienza, ad associazioni mafiose. L’intercettazione è un mezzo di ricerca della prova – ha precisato Ferranti – limitandolo in questo modo si depotenzia il contrasto alla criminalità organizzata”.

Maria Saporito