Forte contaminazione da batteri fecali in alto mare, specialmente nel Santuario dei cetacei: è quanto emerge dall’ultima indagine svolta nei nostri mari da Greenpeace. Il tasso di contaminazione sarebbe addirittura superiore alla soglia normalmente tollerata lungo la riva. Nel tour svolto nel corso dell’estate 2009 gli attivisti hanno registrato un notevole traffico navale che in estate può arrivare a una media di circa 200 imbarcazioni al giorno, tra cui navi passeggeri (con traghetti che corrono a ben a oltre 38 nodi), tanker e cargo, spesso con sostanze pericolose. Queste imbarcazioni oltre a creare enormi disagi ai cetacei e alla fauna marina, aumentano vertiginosamente il tesso di contaminazione delle acque.
“Le analisi delle acque superficiali condotte l’anno scorso nel Santuario – commentano sul loro sito gli attivisti – confermano le nostre preoccupazioni: delle 28 stazioni campionate ben 6 hanno riscontrato una pesante contaminazione da coliformi e streptococchi fecali, più del 20% dei campioni, in aumento rispetto al 10% dell’anno precedente. Si tratta di batteri tipici degli scarichi fognari, che non dovrebbero essere presenti in alto mare. Eppure in ben 4 campioni i valori accertati sono talmente alti che se ci trovassimo a riva sarebbe vietato fare il bagno. Nessuna sorpresa, quindi, se le osservazioni raccolte durante il nostro ultimo tour sembrano confermare il preoccupante calo di cetacei nel Santuario registrato da Greenpeace, e confermato da altri, nel 2008″.
“Questi batteri non possono provenire da scarichi fognari terrestri e la fonte di contaminazione più verosimile sono gli scarichi di grandi navi traghetto e da crociera, che usano il Santuario come vera e propria discarica. Considerata l’inerzia del Ministero dell’Ambiente, – concludono gli attivisti – abbiamo contattato gli Assessori all’Ambiente di Liguria, Toscana e Sardegna esponendo le problematiche legate al traffico navale e chiedendo loro un confronto in tempi rapidi sulla questione degli scarichi delle navi passeggeri e, in generale, dell’impatto ambientale del sistema trasporti nel Santuario. Non possiamo aspettare che tutto il Santuario si trasformi in una fogna e balene e delfini scompaiano prima che si faccia qualcosa”.
di Roberto D’Amico