La regista scozzese Andrea Arnold quattro anni fa vinse a Cannes il premio della giuria grazie al debutto con la pellicola Red Road. Nel 2009 altro premio, sempre per la regia, stavolta con il film Fish Tank. La Arnold, 49 anni, negli Anni Ottanta ha raggiunto il successo come attrice per aver recitato a lungo nel programma per bambini No. 73 . Ha sempre manifestato una certa preferenza per i rapporti madre-figlia, cogliendoli in particolare nella loro forma più violenta.
In Red Road una madre si ritrovava a dover architettare un piano omicida per vendicare l’uccisione di sua figlia. La protagonista di Fish Tank è Mia, una ragazza di 15 anni che vive con la madre alcolizzata e la sorellina più piccola; non ci sono notizie sul padre. La sua è una vita priva di gesti affettuosi, di sentimenti e di emozioni, ma anche priva di cultura e della possibilità quindi di poter esprimere il disagio che c’è di fondo. Mia (nel film interpretata da Katie Jarvis) è quindi una ragazza brusca, violenta, costretta a dover gestire nei pieni tumulti dell’adolescenza un’energia più potente di lei. L’unica possibilità che ha di sfogarsi è la breakdance, in cui riversa tutta la sua rabbia repressa.
Sicuramente in questa situazione così difficile non sembra giovare molto l’arrivo di Connor (nel film Michael Fassbender, già visto in Bastardi Senza Gloria), il nuovo compagno della madre di Mia. Nei confronti della figliastra Connor cerca di essere una specie di padre ma anche di fratello maggiore, presentandosi come una figura tutt’altro che chiara e piuttosto ambigua, anche sessualmente parlando. Questa ambiguità viene sfumata alla perfezione da Andrea Arnold e presentata attraverso scene che preannunciano il graduale ed irreparabile avvicinamento fra Mia e Connor. Il finale è amaro eppure chiude benissimo un film dove di fatto i protagonisti sono gli sbalzi, gli slanci e gli spigoli della giovane Mia, costretta a combattere contro sé stessa ma anche contro tutto ciò che la circonda.
Andrea Camillo