Mirafiori, Chiamparino: “Mantenere promesse”. Calderoli: “Fiat tenga aperto stabilimento o paghi il conto”

Lo stabilimento di Mirafiori

A pochi giorni dall’annuncio da parte della Fiat del trasferimento in Serbia della produzione della ‘Lo’, il nuovo monovolume del Lingotto, a tenere banco sono ancora le polemiche riguardanti il futuro dello stabilimento torinese di Mirafiori, inizialmente destinato alla fabbricazione della futura creatura della casa automobilistica italiana. La L0, prevista in due versioni e in 190 mila unità all’anno, andrà a sostituire la Multipla, la Musa e l’Idea, che attualmente vengono, appunto, prodotte nello stabilimento di Mirafiori. “Ci fosse stata serietà da parte del sindacato, – aveva detto l’ad Fiat Marchionne i giorni scorsi – il riconoscimento dell’importanza del progetto, del lavoro che stiamo facendo e degli obiettivi da raggiungere con la certezza che abbiamo in Serbia, la L0 l’avremmo prodotta a Mirafiori”.

Della vicenda ha parlato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che, in un’intervista al Sole24Ore, ha chiesto direttamente a Sergio Marchionne di “mantenere le promesse sul potenziamento del polo industriale di Torino”. Secondo Chiamparino, “non è un problema se la Lo andrà in Serbia, l’importante è che a Torino siano garantiti livelli produttivi in linea con quanto promesso, anche se ottenuti con altri modelli alternativi”. Il sindaco, cancellando qualsiasi ipotesi relativa alla scomparsa della Fiat, ritiene che “non sarebbe socialmente sostenibile neppure un ridimensionamento, perché al di là dei dipendenti di Mirafiori, ci sarebbero ricadute inaccettabili sull’indotto con ripercussioni numericamente ancor più rilevanti”. Consapevole del fatto che non è possibile prevedere finanziamenti alla produzione come quelli offerti dalla Serbia, il primo cittadino torinese evidenzia l’importanza del sostegno alla ricerca, “ovviamente in cambio di precise garanzie da parte dell’azienda”. Chiamparino conclude, dunque, chiedendo “l’intervento del governo a sostegno di una politica industriale che preveda il sostegno all’innovazione e alla ricerca”.

Sulla questione è intervenuto anche Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. “A me non interessa cosa la Fiat voglia andare a fare in Serbia, – ha dichiarato – a me interessa che lo stabilimento di Mirafiori resti aperto e siano garantiti i livelli occupazionali, investendo come si è fatto a Pomigliano”. Calderoli ha affermato di avere fiducia nel tavolo promosso dal Presidente del Piemonte Roberto Cota, previsto a Torino la prossima settimana, “diversamente – ha osservato – saremmo costretti a far pagare il conto non soltanto alla Fiat, ma a tutte le altre imprese, di quanto hanno ricevuto in questi decenni dallo Stato, perché – ha concluso – non si può pensare di sedersi ad un tavolo, mangiare con aiuti di Stato e incentivi e poi andarsene senza pagare il conto”.

Mauro Sedda