I gay non ci stanno a farsi cacciare: “Piave nostra spiaggia”

A Spresiano, piccolo centro in provincia di Treviso, la prima serata di pattugliamenti richiesti dal sindaco Riccardo Missiato contro gli incontri fra gay sul Piave è fallita, a causa della mancanza dei cartelli che vietano l’accesso e la sosta.

Giovedì sera le pattuglie della questura di Treviso e del consorzio di polizia locale «Piave» hanno infatti perlustrato il paese, ma le ispezioni non hanno potuto allungarsi fino al greto, in quanto non sarebbe stato possibile elevare multe, in assenza della segnaletica di divieto.

Che fine abbiano fatto i cartelli resta un mistero, ma il sindaco Missiato sembra non avere dubbi: «I cartelli c’erano eccome, ma sono stati tolti. Non sappiamo da chi, anche se sicuramente questo tam-tam mediatico ha fatto circolare tante notizie. Ad ogni modo – ha aggiunto il primo cittadino – provvederemo quanto prima a riposizionare i segnali che impediranno di appartarsi dalle 22 alle 6».

Quanto invece alla verifica sui valori chiesta dal locale Partito Democratico dopo la bufera politica scoppiata attorno al municipio avversario degli omosessuali, l’amministratore ha rinviato il confronto di qualche giorno: «Ne riparleremo la prossima settimana».

Le polemiche intanto non sembrano attenuarsi. «Quello che non siamo disposti ad accettare – riferiscono dal circolo Pink di Verona – è una nuova ondata di vittime di violenza e persecuzione provocata da lui e dalle sue dichiarazioni».

Alessio De Giorgi, eletto alle primarie nella prima assemblea nazionale del Partito Democratico e direttore di gay.it, il principale portale della comunità italiana, che ha comunicato l’intenzione di dedicare una campagna estiva «alla difesa del Piave come spiaggia dei gay», tuona duro contro Missiato. «Ma da qui a fare le barricate per difendere un presunto diritto degli omosessuali ad esagerare ne corre – ha dichiarato l’ex presidente di Arcigay Toscana – tant’è vero che a questo sindaco contestiamo l’inaccettabilità delle espressioni usate, non la correttezza di politiche per il decoro dei luoghi pubblici. Purché, ovviamente, si capisca che i responsabili del degrado vanno perseguiti indipendentemente dal loro orientamento sessuale».

Quanto al Piave, De Giorgi conclude: «Lo recensiamo da anni fra le cinquanta spiagge gay-friendly d’Italia e vogliamo che continui ad essere uno spazio di tolleranza».

Raffaele Emiliano