Come trasformare il giorno più bello della propria vita, in uno di sangue. Come passare dalla gioiosa euforia del matrimonio al dolore e allo sconcerto per una morte inaspettata e quasi paradossale.
L’assurda storia di sangue giunge da Altofonte, piccolo centro alle porte di Palermo, dove un operatore che stava girando il filmino del matrimonio di una coppia è stato ucciso da un proiettile, partito accidentalmente da un’arma.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, sarebbe stato lo stesso operatore ucciso, il 45enne Calogero Scimeca, a chiedere ai familiari degli sposi se in casa avevano delle armi, in modo da fare delle riprese per così dire “originali”. I parenti hanno dunque preso alcuni fucili di cui erano in possesso e proprio da uno di questi è partito il colpo che si è rivelato letale per l’operatore, centrato in testa.
«Siamo rimasti scossi, sorpresi, sconvolti. Non ci credevamo….». Gli abitanti del piccolo centro siciliano ancora stentano a credere alla vicenda, mentre la funzione religiosa è stata, ovviamente, rinviata a data da destinarsi.
«Io l’ho saputo mentre ero a casa – rivela il vice sindaco, l’architetto Angela Busellini – sono stati gli amici e i parenti a telefonare agli invitati per disdire la cerimonia. Si sarebbero dovuti sposare nella chiesa madre del paese, dedicata a Santa Maria di Altofonte nel primo pomeriggio. È stata una tragedia…».
Nel momento in cui è partito il colpo dal fucile, erano presenti nell’abitazione teatro della sciagura lo sposo, il padre, la madre, la sorella e un cugino. Scimeca è stato colpito alla testa da un colpo esploso da un fucile modello carabina calibro 22, ora al vaglio della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale carabinieri di Palermo.
Gli sposi dovranno attendere qualche altro giorno per coronare il loro sogno, ma al momento sono sicuramente ben altri i loro pensieri.
Raffaele Emiliano