La possibilità che la Procura di Napoli ha paventato rispetto all’esecuzione di alcune sentenze passate in giudicato e che riguarda l’abbattimento di diverse decine di case abusive ad Ischia , ha scatenato una sorta di rivolta popolare, benchè pacifica. Quattro ore di manifestazione, un corteo durato otto km di marcia,partito da Lacco Ameno e conclusosi in piazza Antica Reggia, verso le 23.30.
A sostenere la protesta, praticamente la totalità dei comitati regionali e l’assessore all’urbanistica di Lacco Ameno. Il corteo ha sostanzialmente messo a ferro e fuoco la viabilità dell’isola, i disagi per i malcapitati turisti capitati sul posto in quelle ore sono stati fin troppo pesanti. Un migliaio le persone presenti, secondo gli organizzatori, circa dieci volte meno secondo il commissariato.
Quel che è certo è che la Polizia Municipale ha dovuto dare fondo a tutte le proprie risorse per gestire la situazione. La marcia ha infatti bloccato anche il traffico stradale, paralizzando l’isola per alcune ore. Alcuni momenti di tensione si sono verificati durante la marcia sulla litoranea a causa dell’incontro-scontro tra gli automobilisti e i manifestanti, entrambi hanno fatto valere i loro diritti. La Polizia è comunque riuscita a tensere saldamente in mano la situazione.
Il problema dell’abusivismo è ormai antico, più che vecchio; le sue diverse sfaccettature, per quanto riguarda il lato domestico del fenomeno si possono ricomprendere nei due rami che si potrebbero definire “turistico” e “di necessità“. Il primo riguarda le case che le persone costruiscono senza permessi, in zone a forte impatto vacanziero, ma in cui la costruzione è vietata, o perlomeno lo è a chi costruisce. Scogliere con splendida vista mare innanzitutto, ma si potrebbero fare molti altri esempi.
L’abusivismo di necessità è invece quello che attiene a case edificate senza permessi, illegali quindi, ma che svolgono la funzione di dare un tetto a chi precedentemente non ce l’aveva. Nemmeno questo secondo tipo di pratica è in realtà necessaria, ma sopravvive in alcune zone inserendosi in una falla sociale che per qualcuno e’ attribuibile allo Stato. Se abbattere una villa abusiva sul mare è socialmente del tutto accettabile, lasciare senza un tetto sulla testa una famiglia, magari con bambini piccoli a carico, lo è molto meno. Andrebbero quindi istituite maggiori regole e maggiori controlli preventivi, atti appunto a prevenire le manifestazioni di tale fenomeno, non intervenendo quindi esclusivamente a cose fatte.
Angelo Sanna