Appalti truccati a Roma: coinvolto magistrato e due avvocati

Roma, 26 luglio. Cinque arresti nella capitale per corruzione, concussione ed altri reati conseguenti. Fra le persone fermate, un giudice, Giovanni Dionesalvi,  e due avvocati, Vittorio e Gianmarco Mascia. Gli altri due arresti riguardano i genitori dei due avvocati, che sono fra loro fratelli.

Il magistrato in questione,  il giudice onorario del Tribunale civile Giovanni Dionesalvi, avrebbe intrattenuto con la famiglia dei due avvocati affari poco chiari a vario titolo. I genitori dei due avvocati sono l’imprenditore Giampaolo Mascia e sua moglie Piera Balconi.

L’indagine in corso di svolgimento era stata avviata dapprima dalla magistratura di  Perugia, entrata in possesso di un carteggio che testimonierebbe una corrispondenza avvenuta fra il giudice e gli avvocati. La Procura di Roma aveva inviato ai magistrati del tribunale di Perugia il fascicolo, di cui aveva iniziato ad occuparsi dopo aver ricevuto una segnalazione di caso sospetto pervenuta dall’Avvocatura dello Stato.

I reati ipotizzati per i due avvocati e la loro famiglia sono soprattutto riguardanti una presunta  associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Sarebbero state inoltrate infatti delle promesse al giudice Dionesalvi al fine di bloccare alcune esecuzioni immobiliari, di cui alla famiglia Mascia sarebbe interessato che non vengano eseguite o che possano esser almeno ritardate, ed alterare alcuni fatti relativi a lavori eseguiti dalla ditta di famiglia dagli anni ‘80.

La famiglia dell’imprenditore Mascia aveva vinto con la propria impresa alcuni appalti del ministero della Difesa fra gli anni ’80 e ’90, che riguardavano dei  lavori in caserme che si trovano in Sardegna. In seguito, la ditta  avrebbe presentato, secondo le accuse ora al vaglio degli inquirenti, dei documenti falsi che attestavano che alcuni lavori non sarebbero stati ancora pagati, ed avrebbe dunque indebitamente ottenuto dal tribunale civile di Roma l’emissione di oltre 130 decreti ingiuntivi per ottenere dallo Stato i mancati compensi per i lavori svolti, comprensivi degli interessi maturati.

Il giudice onorario Dionesalvi si sarebbe messo a disposizione dei raggiri illustrati qui brevemente, e si sarebbe in qualche occasione  pronunciato consapevolmente, secondo le ipotesi di reato a suo carico, a favore della ditta Mascia e contro lo Stato, cercando anche di ottenere da alcuni  colleghi gli stessi favori in cambio di vari compensi.

S. K.