Ostia, al “Blocco parto” i neo papà scrivono sulle pareti

Dalle strisce pedonali all’orologio, dal condizionatore ai servizi igienici. Dentro e fuori la sala d’attesa del blocco parto (ribattezzato “Sbrocco e partorisco”) dell’ospedale Grassi di Ostia – XIII Circoscrizione del Comune di Roma – non c’è un centimetro di muro libero dalle scritte, alcune degne di veri graffittari.

Il cartello modificato del Blocco parto al «Grassi»

I graffitari in questo caso sono amici, parenti e neo-papà che per passare il tempo in attesa del lieto evento si dilettano a ricoprire le pareti della sala d’attesa del pronto soccorso ginecologico di messaggi di ogni genere, per raccontare la loro attesa e il nervosismo, l’ironia e la felicità, la gioia e la paura del futuro.

L’attesa è lunga talvolta, quando la mamma ha un travaglio lungo e doloroso. Così i papà si lasciano andare a poco educati commenti scritti, che andrebbero considerati come atti vandalici. La sala d’attesa ne è letteralmente tappezzata: a cominciare dal cartello che segna l’ingresso all’area riservata alle partorienti, dove la scritta «blocco parto» è stata rielaborata e corretta in un «SbRocco e partoRISCO».

“Dai Tania nasci che è ora!”, “Adrian, sbrigate che ciò da fa’…”, “13-4-2010 dopo nove ore d’attesa è nata Aurora” e tante date nomi, cuori multicolor adornano l’ambiente dal pavimento al tetto. Ormai lo spazio per scrivere è finito, così ci si ingegna con cartelli da sovrapporre ai graffiti.

“L’unica soluzione sarà creare, spero presto, una parete plastificata fornita di pennarelli, da ripulire una volta a settimana – dichiara rassegnato Lindo Zarelli, direttore sanitario dell’ospedale Grassi – non ho alcuna intenzione di spendere soldi per ritinteggiare la sala, ben sapendo che durerebbe pochi giorni. Anche le denunce di chi è stato colto in flagrante non sono servite a niente“.

Adriana Ruggeri