Grande Fratello 10: Mauro Marin è ringraziato dagli psichiatri dell’AipsiMed

Ha suscitato molte polemiche la dichiarazione di Mauro Marin dei giorni scorsi. Il vincitore dell’ultima edizione del Grande Fratello aveva ammesso di essere stato in cura psichiatrica appena pochi giorni prima di entrare nella casa del reality Endemol. Giusto che una persona con problemi psicologici partecipi a un programma di questo genere? E’ la domanda che si sono posti in tanti. A essere criticata è stata la produzione che ha consentito a Mauro Marin l’ingresso nella casa più sorvegliata d’Italia. Ma cosa ne pensano gli esperti in materia?

Gli psichiatri dell’AipsiMed stanno dalla parte del veneto. Anzi, fanno di più, ringraziandolo per avere posto al centro del dibattito il tema dei disturbi psicologici.

Ma ecco un piccolo pezzo dell’articolo tratto da aipsimed.org:

I disturbi psicotici, la bipolarità e quant’altro sia appannaggio dello spettro affettivo oggi si curano e bene! Ed a tal punto che nei periodi intercritici, quelli liberi da malattia (le crisi possono comunque presentarsi anche virando da un giorno all’altro laddove malgrado la farmacoterapia e il sostegno psicoterapeutico talvolta non riescano a contenerne eventuali scompensi) la persona che ne è affetta può svolgere qualsiasi tipo di attività conducendo una vita pressoché normale fatta magari di frequenti controlli, ma non più di una epatopatia per dirne una, compreso vincere un reality show ad esempio come è stato il caso di Mauro Marin.

Dal nostro punto di vista di medici, ma crediamo concordino anche gli altri pazienti affetti da un disturbo psichico similare ed i loro familiari, Mauro Marin ha fatto un Grande Favore alla causa dell’abbattimento del pregiudizio che, oggi più di ieri, avvolge i sofferenti psichici. Non è un “outing” quello di questo ragazzo, ma vogliamo credere che sia la coraggiosa pubblica esposizione di una sofferenza, quella più dolorosa, quella psichica che comunque non impedisce nulla se affrontata seriamente, scientificamente, con buon senso ed umanità. Nulla di scandaloso quindi.

In particolare chi è affetto da disturbo bipolare non è un paziente per forza fragilissimo al quale impedire ogni attività come se fosse un malato infettivo persona da cui la società potrebbe volersi difendere offrendogli una “quarantena”. Tutt’altro”.

Insomma, gli psichiatri hanno pochi dubbi: Mauro ha fatto bene, anzi benissimo, a partecipare al reality!

G. M.