Il PD a Bologna saluta i fascisti a braccio teso

Sono stati celebrati questa mattina i funerali di padre Pellegrino Santucci, scomparso lo scorso sabato, all’età di 89 anni, in seguito ad un attacco cardiaco che lo aveva colpito mentre stava riposando nel convento dove soleva trascorrere le sue giornate.
Don Santucci, nel corso degli anni, era divenuto un punto di riferimento di numerose aree di destra, neofasciste e anticomuniste della città di Bologna e di tutta Italia; doveva la sua notorietà politica alle numerose messe celebrate a Predappio, il 28 ottobre di ogni anno, per ricordare la marcia su Roma del ’22 e commemorare la figura di Benito Mussolini.

In questi giorni, seguenti la morte improvvisa, don Santucci è stato ricordato con toni commossi da numerosi esponenti della destra locale, mentre il “Resto del Carlino”, storico giornale conservatore, ha parlato di lui come di “una quercia che i bolognesi hanno amato”.
Questa mattina, invece, presso il convento di Santa Maria dei Servi, dove monsignor Ernesto Vecchi ha celebrato i funerali, si sono radunati anche i camerati seguaci del Duce, che hanno dato l’ultimo addio a Don Santucci esibendo il loro fascistissimo saluto romano.

La vera sorpresa, però, è stata vedere fianco a fianco ai camerati anche Maurizio Cevenini, consigliere regionale del Partito Democratico venuto a presenziare ai funerali di Don Santucci.
Per di più proprio Cevenini, stando alle ultime indiscrezioni che emergono con sempre maggior forza dagli ambienti politici della città felsinea, potrebbe essere il candidato proposto dal Partito Democratico per riconquistare la guida del comune, dopo le dimissioni rassegnate da Flavio Delbono, a pochi mesi dall’elezioni, in seguito alle vicende del “Cinzia-gate”.

(Don Santucci, ndr) era un frate esuberante, dal temperamento emotivo, attivo e primario, – ha ricordato Ernesto Vecchi durante la celebrazione – non sempre è riuscito ad evitare le esondazioni dall’alveo del grande fiume della sua “parresia”, cioè dal suo “coraggio di testimoniare” la fede in Gesù Cristo in modo integrale”.
“Chissà se Bologna – ha aggiunto, concludendo il suo intervento – e il nuovo sindaco saranno capaci di conservarne la memoria? La mia è una domanda”.
Certo è che, per quanto rossa sia la storia di Bologna, se Cevenini sarà l’anima elettorale del Pd, preti e camerati possono dormire sonni tranquilli.