L’Europa a una voce: nasce il servizio diplomatico europeo

Catherine Ashton

Dare una sola voce all’Europa. Questo è lo scopo per cui nella giornata di ieri, a Bruxelles, i 27 ministri degli Esteri europei hanno istituito un servizio diplomatico dell’Unione (con il nome di Seae), volto a rappresentare il nostro Continente in maniera univoca in tutto il mondo. Il servizio dovrebbe essere operativo a partire dal 1 dicembre e sarà guidato da Catherine Ashton, l’Alto rappresentante per la politica estera europea. Alla Ashton spetta anche la scelta dei capi delegazione, i cui nomi dovrebbero essere resi noti prossimamente.

“Il fatto di avere una diplomazia europea contribuirà a far parlare l’Europa con una sola voce nel mondo” ha dichiarato soddisfatto il capo della diplomazia belga, Steven Vanackere, mentre il segretario di Stato francese agli Affari europei, Pierre Lellouche, ha rassicurato che “non si sostituirà ai singoli Stati”. E a chi già fosse sorto il dubbio che il servizio diplomatico europeo potrebbe essere solo l’ennesima istituzione “sanguisuga”, è arrivata in anticipo la risposta di Lellouche, il quale ha dichiarato che “la creazione del servizio diplomatico europeo consentirà ai Paesi dell’Unione di creare delle sinergie e di tagliare le spese”.

A proposito di tagli alle spese, in realtà, il malcontento già serpeggia in varie cancellerie e uffici diplomatici europei. Non a caso sempre nella giornata di ieri si è tenuto lo sciopero dei diplomatici italiani, che hanno incrociato le braccia per un giorno con lo slogan “Se la Farnesina va a fondo, l’Italia va fuori dal mondo”. Le proteste erano – e sono – rivolte in particolare contro i tagli al ministero degli Esteri previsti dalla nuova manovra del governo Berlusconi. Una protesta coesa, quella degli aderenti al Sndmae – il sindacato cui sono iscritti quasi tutti i diplomatici italiani – che ha visto coinvolte 123 ambasciate, 103 consolati, 9 rappresentanze permanenti, una delegazione speciale, 89 istituti italiani di cultura, 20 unità tecniche locali di cooperazione, 528 consolati onorari. Il punto nodale dello sciopero riguarda le cosiddette “promozioni bianche” prevista dalla nuova manovra; si tratta in sostanza di avanzamenti di carriera (e di conseguenti aumenti di carichi lavorativi, con responsabilità annesse) cui non è previsto un corrispondente aumento dello stipendio.

A difesa dello sciopero è intervenuta Cristina Ravaglia, presidente del Sndmae: “la rete consolare all’estero e la Farnesina assorbono appena lo 0,26 per cento del bilancio totale dello Stato, lo 0,22 senza la cooperazione allo sviluppo – ha dichiarato la Ravaglia -. In termini assoluti il bilancio del MAE ammonta alla cifra di 2.076 milioni di euro, 1.749 milioni senza la Cooperazione. Una cifra insignificante rispetto a quanto ricevono i ministeri degli Affari esteri di Francia che assorbe dal bilancio nazionale l’1,01 per cento, di Germania che assorbe il 0,93, del Regno Unito 0,40, dei Paesi Bassi 0,94, della Spagna 0,37”.

Roberto Del Bove