P3: la difesa di Caliendo e la richiesta dell’Idv

La notizia gli giunge poco dopo le 16 e non è delle più belle. A riferirgliela è  il suo legale, Poala Severino: il suo nome è ufficialmente comparso sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura di Roma sulla presunta P3. Interpellato poco dopo dall’Ansa, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento: “Non ho mai contattato né fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano”.

E di quell’incontro consumatosi a casa di Denis Verdini, nel corso del quale – secondo l’accusa – si sarebbe ampiamente discusso delle strategie da adottare per conquistare l’aiuto dei giudici che avrebbero dovuto esprimersi sul lodo? Per Caliendo non esiste alcuna prova che possa dimostrare un suo interessamento: “Mi sono trattenuto per non più di mezz’ora – ha ricordato – senza toccare affatto la questione del lodo Alfano. Solo successivamente – ha continuato il sottosegretario – ho appreso che nel corso di quel pranzo si era parlato anche di questo. Tant’è che a tale proposito c’è la telefonata che Lombardi mi fece allegata all’ordinanza di custodia cautelare. Ma io non ho mai parlato con giudici costituzionali del lodo né fatto elenchi – ha assicurato il senatore campano – di chi era favorevole o contrario”.

Tutte cose che il sottosegretario alla Giustizia potrebbe riferire ai pm già a partire da questa settimana, nel tentativo di spazzare via quel capo di imputazione che grava sulla credibilità sua (e di buona parte della classe politica) come un’ombra minacciosa. Intanto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, raggiunto dalla notizia dell’avviso di garanzia recapitato a Giacomo Caliendo ha voluto riconfermare solidarietà e stima al neo indagato: “Ribadisco, a sostegno del senatore Caliendo – ha dichiarato il Guardasigilli – quanto dichiarato in Parlamento mercoledì scorso durante il question time e gli rinnovo fiducia e solidarietà“.

Di tutt’altro segno il commento di Silvana Mura, deputata dell’Idv: “Non c’è due senza tre – ha ironizzato la dipietrista – anche se per il governo Berlusconi è probabile che ci sia un quattro, cinque ecc. Essendo il sottosegretario alla giustizia Caliendo ufficialmente indagato nell’ambito dell’inchiesta P3 e considerati i casi di Brancher e Cosentino – ha precisato Mura – è lecito attendersi che anche per lui giungano le dimissioni dal governo. Ci auguriamo che nessuno nell’esecutivo pensi di poter imporre l’approvazione del ddl intercettazioni entro agosto – ha aggiunto l’esponente dell’Idv – e di farlo anche con il sottosegretario che ha seguito la legge in un mostruoso conflitto di interessi, oltre che nella condizione non certo ideale di indagato per questioni non proprio marginali”.

Maria Saporito