In ottobre avrebbe dovuto compiere 86 anni ma purtroppo se n’è andato prima. Raoul Grassilli si è spento sabato scorso, a Bologna e come aveva disposto nei suoi ultimi desideri la famiglia ha reso nota la notizia della morte solo dopo i funerali, avvenuti nel cimitero della Certosa.
Grassilli era un attore di altri tempi. Nel 1964 prese parte allo sceneggiato storico Grandi Camaleonti diretto dal regista Edmo Fenoglio, interpretando il personaggio di Fouché. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1948 lavorò con Ruggero Ruggeri e nel ‘49 al Piccolo Teatro di Firenze insieme ad Alida Valli, Tino Buazzelli, Gino Cervi e Olga Villi. Il successo e la fama arrivò quando il pubblico cominciò a conoscerlo grazie alla sua partecipazione nei primi grandi sceneggiati. La rampa di lancio gli fu offerta da Il caso Mauritius, diretto nel ‘61 da Anton Giulio Majano. Gli Anni Sessanta pullulavano di questi sceneggiati storici, tratti spesso da romanzi ed opere letterarie che prendevano così vita nei primi schermi televisivi. Grazie all’apporto dato dalla Rai, inizialmente con un unico canale poi con il Secondo, questi sceneggiati riuscirono ad avvicinare il pubblico alle moltissime grandi opere di letteratura che, se non trasmesse in televisione, raramente riuscivano a penetrare nelle famiglie di quegli anni.
Questo tipo di realizzazioni erano il frutto di un lavoro a cui partecipavano grandi professionisti. La forza di tali opere era data proprio dal valore dei registi e degli attori, veri e propri esponenti del mestiere di fare televisione, una specializzazione seria, curata. Si trattava di figure speciali che purtroppo oggigiorno non appartengono più ai prodotti televisivi. Fra questi c’era senz’altro Raoul Grassilli.
La vera consacrazione per l’attore avvenne nel ’64, l’anno dei Grandi Camaleonti. Il cast vantava nomi di tutto rispetto, delle vere e proprie star di quegli anni come Valeria Moriconi, Umberto Orsini, Valentina Cortse, Roberto Bisacco, Paolo Bonacelli, Gianni Agus. Tutto il meglio del teatro italiano insieme per raccontare in uno sceneggiato gli anni che portarono dalla Rivoluzione Francese al Primo Impero. Grassilli recitò anche nel Mulino del Po, La quinta colonna, Delitto di Stato ed indimenticabile ne Le mie prigioni di Silvio Pellico.
Fonte La Stampa
Andrea Camillo