«Ci hanno zittito in Parlamento. Veniamo qui»: un Bersani rabbioso quello che ieri ha preso parte a un’assemblea a L’Aquila, alla presenza di duecento persone, centocinquanta deputati del Pd e una folta schiera di giornalisti.
Nel capoluogo abruzzese, nonostante gli “spot” elettorali del premier, è ancora tutto fermo e immobile. Per questo motivo il sindaco Massimo Cialente ha chiesto a tutti i gruppi parlamentari di venire all’Aquila.
Tanti gli interventi all’interno del tendone in cui si è tenuta l’assemblea. Tra questi, particolarmente sentito quello di Federico D’Orazio, uno studente universitario: «Qui ci si scazza ma poi si trova la quadra. La partecipazione è faticosa e difficile e ora che in questa assemblea bellissima è stata espressa la volontà di farsi carico delle nostre richieste, io chiedo agli aquilani di farsi tutti carico e ringrazio per il modo di stare in assemblea». Repentino il sostegno del leader democratico: «La nostra legge sarà quella di iniziativa popolare su cui state lavorando voi e a settembre raccoglieremo le firme in tutta Italia a cominciare dalla festa de l’Unità di Torino». Insiste Bersani: «Ci vuole la tassa di scopo e chi ha di più deve pagare di più».
Dure anche le parole del segretario cittadino del Pd Francesco Iritale che rivendica: «Abbiamo cercato di organizzare le assemblee nelle tendopoli e, come a voi, ci è stato impedito, stiamo facendo una battaglia serissima sulle tasse». Luigi Fabiani, tributarista, ricorda poi che gli aquilani «senza casa e senza lavoro dovranno restituire di tasse ciò che non hanno preso e hanno ricominciato a pagare i mutui gravati dagli interessi che non possono essere caricati sui cittadini e nemmeno sulle banche, è lo stato che deve intervenire».
Il deputato Giovanni Lolli ammette: «Gli errori ci sono stati, non è stato capito che questa è una questione nazionale, ma ora bisogna coinvolgere tutti, la ricostruzione non è una roba di bottega».
Pier Luigi Bersani conclude: «Il silenzio che ha colpito voi ha colpito anche noi. Sulle tasse, sulla necessità di una legge come fu in Umbria e nelle Marche, quando governavamo noi, abbiamo parlato subito, perché “una normativa certa così come la certezza di finanziamenti anno per anno, per poter pianificare è indispensabile. Siamo stati anche noi surclassati e zittiti. Ora basta».
Inutile aggiungere che L’Aquila e i suoi cittadini sperano di poter finalmente dire, fuori da ogni annuncio politico e propagandistico, la parola “basta”. Una volta per tutte.
Raffaele Emiliano