Una donna, figlia di un medico chirurgo, ha abortito al sesto mese di gravidanza. E’ successo a Padova, nell’ ospedale civile, ed è scattata immediatamente un’ indagine per far luce sull’intera vicenda. In Italia, infatti, il termine massimo consentito per l’aborto è la 22^ settimana di gravidanza, ragion per cui la situazione della donna è piuttosto complicata, dal momento che ha interrotto l’ attesa al sesto mese.
La ragazza era decisa a portare a termine la gestazione e di dare alla luce il bambino che portava in grembo. Senonché, nei primi giorni di luglio, dopo aver fatto un’ ecografia dalla quale era emerso che il feto potesse avere delle malformazioni, la donna, impaurita, avrebbe deciso di abortire. Precedentemente, a Padova, era stata fatta un’ analisi morfologica al feto, che non aveva riportato alcuna anomalia. Tuttavia, la ragazza si sarebbe recata a Bologna per fare accertamenti e, appunto, fatta l’ ecografia, era emerso che il feto presentava anomalie. A quel punto, la donna, preoccupata, si sarebbe recata all’ Ospedale civile di Padova, chiedendo di poter abortire. Per farlo, avrebbe mentito, asserendo di essere alla 22^ settimana, vale a dire entro i termini per un aborto terapeutico.
Dopo aver portato a termine l’ operazione, l’ anatomopatologo ha eseguito un esame sul corpicino del feto e si è reso conto che la creatura non solo era perfettamente sana, ma senza dubbio non poteva avere solo 22 settimane. A quel punto, la magistratura è stata immediatamente avvertita dal primario della divisione, Daria Minucci. Ora, sia il ginecologo sia la paziente saranno interrogatidai pm, che faranno luce sull’intera questione. L’ipotesi di accusa potrebbe essere di interruzione volontaria di gravidanza oltre i termini previsti dalla legge 194.
Angela Liuzzi