La nazionale di calcio della Corea del Nord è reduce dall’eliminazione nella fase a gironi ai mondiali in Sudafrica. Il risultato ottenuto dall’undici asiatico è sostanzialmente il medesimo degli azzurri.
Dopo un esordio con una sconfitta di misura per 2 a 1 contro il Brasile, la Corea del Nord ha rimediato due sconfitte decisamente nette: 3 a 0 contro la Costa d’Avorio e, soprattutto, 7 a 0 contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo.
Se in Italia da alcuni giorni la TV pubblicizza una suoneria per cellulari nuova di zecca dove si canta: “Vergogna, vergogna”, in Corea del Nord si è optato per una punizione decisamente più pesante, di cattivissimo gusto, immeritata, ingiusta, da regime.
E’ “Radio Free Asia” a riportare la notizia.
I giocatori sono stati posizionati su un palco allestito al Palazzo della Cultura popolare dove, per sei interminabili ore, sono stati insultati da centinaia di persone. Unici a salvarsi il fuoriclasse Jong Tae-se e An Yong-hak, per fortuna loro rientrati direttamente in Giappone.
Se Marcello Lippi smaltisce la delusione per la debacle azzurra nel suo mare a Viareggio, il commissario tecnico Kim Jong-Hun è sottoposto ad un trattamento alquanto differente: per lui “lavori forzati” in un cantiere edile di Pyongyang.
Quale il motivo di tali punizioni? Tradimento alla fiducia accordata dal ‘Caro leader’ Kim Jong-II.
Chissà quale trattamento sarebbe stato riservato ai nostri calciatori, considerando il diverso valore dei nostri atleti e le diverse aspettative e tradizioni.
Peraltro il destino della nazionale di calcio nord-coreana si incrocia, tristemente a livello sportivo, con la nazionale azzurra. Per la Corea del Nord due partecipazioni ai Mondiali. La prima, nel 1966, si è consumata con l’eliminazione, proprio per mano loro, dell’undici azzurro; la seconda, quella di quest’anno in Sudafrica, ha visto la peggiore prestazione italiana di sempre.
Oltretutto anche nel ’66, nonostante l'”impresa” dei quarti raggiunti, fu riservato alla squadra un festeggiamento caloroso: deportazione in campi di lavoro. E il provvedimento fu sancito dal padre di Kim Jong-II…
Valeria Panzeri