Lo special guest, il più atteso, il più acclamato. Sam Worthington è stato senz’altro l’ospite di punta del Giffoni Film Festival dove, in jeans e maglietta, non ha disdegnato 32 minuti di autografi, cori e striscioni da vera star hollywoodiana. Nel parlare con i giornalisti e con i ragazzi nella sala Truffaut ha raccontato: “Dopo Avatar la mia vita è cambiata completamente non tanto nella quotidianità, quanto nel rapporto con il mondo cinematografico, ho partecipato alla notte degli Oscar, ogni tanto mi davo un pizzicotto per capire se ero sveglio”.
Dopo l’interpretazione nel kolossal di James Cameron, Worthington ha partecipato anche ad altri due grandi film, Scontro tra titani e Terminator Salvation. “Anovembre mi dedicherò al sequel di Scontro tra Titani – spiega – ma questa volta lo gireremo in 3D come Avatar. Oggi mi sono preso una pausa, dopo cinque anni di lavoro me lo meritavo”.
Al Festival di Toronto lo si potrà vedere invece una veste diversa, più romantica. All’evento ci sarà infatti il suo film Last Night, insieme ad Eva Mendes e Keira Knightley, dove è praticamente assente la carica d’azione e spettacolarità che ha caratterizzato le altre interpretazioni dell’attore australiano, che afferma: “Si parla di infedeltà nelle sue molteplici sfaccettature, perché non si tradisce solo per attrazione sessuale”. Nell’esprimere un giudizio sulle sue due colleghe dice che la prima è “sexy”, mentre la seconda è “intelligente”. Helen Mirren, un’altra attrice con cui ha lavorato nel film The Debt ancora inedito in Italia, l’ha definita invece “coraggiosa”.
Le domande che gli sono state poste dai ragazzi del Giffoni ovviamente ruotano tutte intorno ad Avatar. Si tratta di certo dell’esperienza cinematografica che l’ha praticamente consacrato come attore e Sam Worthington ne è consapevole; infatti ammette che Avatar è un film “a cui sono particolarmente legato. Fare un film con Cameron significa vivere un’esperienza, non si riduce a semplice lavoro”. Fra le altre domande anche qualche commento sul sequel di Avatar. A chi provocatoriamente gli fa notare che il celebre kolossal in 3D che ha spopolato in tutto il mondo potrebbe risultare un po’ “semplicistico”, l’attore risponde: “In realtà si tratta di una favola. Non per forza le storie devono essere complicate per far pensare, anzi, più semplice sono e maggiormente ci si può identificare; pensiamo al gioco degli scacchi con regole complicatissime in realtà è uno scontro tra bianchi e neri”.
Fonte Tiscali.it
Andrea Camillo