Il palazzo regionale trema, la giunta Cota in pericolo. Il ricorso sulle ormai famigerate “firme farlocche” sembra potersi concludere a favore della sconfitta Mercedes Bresso, governatore uscente del Partito Democratico. Che, però, tiene a precisare che “Non mi pare giusto rimandare gli elettori a votare se qualcuno ha commesso delle scorrettezze”. 15 mila schede, il riconteggio disposto dal Tar, e che lascia la situazione piemontese in bilico.
Alta tensione e accuse reciproche, che hanno portato il leghista a credere alla tesi del complotto, e spacciarla per vera. “Ho vinto e non dovevo vincere – ha spiegato più volte, infatti – Lega Nord e Pdl hanno vinto e non devono governare. Ogni giorno ce n’è una. Fin dalla notte delle elezioni, Bresso affermò che non avrebbe accettato il risultato che la dava perdente: doveva vincere lei”.
Sebbene, spiega oggi la Bresso, “non si capisce perché dovremmo tornare tutti a votare semplicemente perché Cota ha meno voti”. La quinta sezione di Palazzo Spada ha infatti rigettato la richiesta del presidente in carica della Regione, il leghista Roberto Cota, di sospendere il dispositivo emesso il16 luglio scorso dal tribunale amministrativo che aveva accolto in parte alcuni ricorsi a causa di presunte irregolarita’ all’interno di due liste – quella ”Consumatori” e l’ormai nota ”Al centro con Scanderebech” – legate proprio al leader piemontese del carroccio. Ok al riconteggio, dunque, ma secondo Mercedes Bresso è necessario possa mantenersi l’effettivo “rispetto del principio del contraddittorio”.
Intanto si attende ancora che la situazione possa sbrogliarsi, e non è detto che si vada per tempi rapidi e certi: la Lega ha già annunciato ricorsi su ricorsi, e sul piano politico qualsiasi decisione rischia di non apparire facile né ininfluente.
v.m.