Usa, l’amore è come una droga: crea dipendenza, è difficile “smettere”

La lontananza crea sofferenza, il contatto porta alla dipendenza: l'amore è proprio come la droga

New York (Usa), 29 luglio. Dietro una romantica relazione tra due innamorati spesso può celarsi un differente legame, il quale impedisce di separarsi, non solo definitivamente, ma anche per alcuni momenti. Infatti, secondo uno studio americano, l’amore è proprio come una droga: può creare dipendenza e assuefazione (o abitudine), è difficile allontanarsi da esso, può creare fastidiose crisi e un sofferente periodo di astinenza. Tutti questi elementi per il confronto si evincono dal fatto che la risposta agli stimoli sia identica, ossia solleciti le medesime aree celebrali, le quali illustrano una vera e propria equiparazione tra un sentimento positivo come l’amore e un vizio negativamente riconosciuto come quello dell’utilizzo di stupefacenti.

Un’equipe di esperti della Stony Brooke University di New York, guidati dal ricercatore Arthur Aron, aveva messo a punto alcuni test nei quali ai soggetti indagati venivano mostrate foto del partner perduto per valutare la risposta celebrale. Ebbene la rottura di una relazione è così difficile da superare quanto la disintossicazione dalla cocaina, poiché nel caso dell’immagine del proprio ex partner il cervello attiva le stesse aree coinvolte nella tossicodipendenza. L’estremo desiderio di una dose di stupefacenti si manifesta in maniera simmetrica nell’anelito di riabbracciare il partner dopo un periodo di separazione. L’esperimento in questione è stato anche pubblicato sul “Journal of Neurophysiology”, un’importante rivista statunitense che raccoglie studi sul sistema nervoso.

“I risultati di questo studio – afferma Aron – confermano la tesi secondo la quale l’amore romantico è una forma specifica di dipendenza”. Questi risultati sono altresì importanti poiché aiutano la diffusione dei medesimi comportamenti nelle differenti culture. Perciò, le emozioni e i comportamenti tipicamente legati ai rifiuti in amore, come le ossessioni, gli omicidi, i suicidi, la depressione, non dipendono dalla società in cui si vive, ma sono risposte a particolari situazioni già innate nel cervello umano.

Tuttavia, c’è anche una notizia positiva per gli innamorati. Con il passare del tempo, la sofferenza sentimentale diminuisce e perciò dopo diversi mesi la fotografia dell’ex partner attiva le suddette aree in maniera più debole. Il tempo lenisce i dolori e probabilmente la credenza popolare che ‘chiodo scaccia chiodo’ può rivelarsi vera. Infatti, la presenza di un nuovo partner al posto del precedente riaccende le aree di dipendenza e annulla la sofferenza.

Non rappresenterà l’amore struggente tanto decantato da poeti e cantanti, ma questo studio offre un diverso punto di vista per giudicare le proprie relazioni affettive, in modo originale, anche se un po’ preoccupante….

Emanuele Ballacci