Verdini: non so nulla della P3. Fini avrebbe dovuto tutelarmi

Roma, 29 luglio. E’ durata un’ora e mezza la conferenza di Denis Verdini. Dopo l’interrogatorio di lunedì, seguito poi da quello di Dell’Utri di ieri, il Coordinatore Nazionale del P.d.L. ha parlato con i giornalisti per diferndersi dalle accuse.

“Non conosco la P3. Nè le sue finalità e attività”. Mai stato invitato parteciparvi”. Dice riferendosi all’accusa di violazione della legge Anselmi, mossa dalla Procura di Roma.

Citando titoli di giornali, secondo cui Verdini avrebbe  scaricato il senatore Marcello Dell’Utri nega. Lo definisce “un amico fraterno” per il quale non ci sono motivi per una rottura.

“Non capisco perchè dovrei dimettermi-dice su un possibile passo indietro- da Coordinatore Nazionale del P.D.L.

Chiarisce poi che nelle telefonate intercettate, parlava solo delle candidature in Campania e non del Lodo Alfano. Quanto ai rapporti con Falvio Carbone, dice di averlo conosciuto nel maggio 2009, spiegando di averlo messo in contatto con “chi poteva far partire un progetto industriale”. “L’ecolico non è la mia materia”.

Sul commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino, Verdini tiene a precisare che non ci sono rischi, ribadendo la sua decisione di dimissioni da Presidente.

In riferimento ai soldi dice “ho una sola tasca da dove li tolgo e li metto ed ora in questa mia tasca ci sono i debiti che ho fatto per il “Giornale di Toscana”, soldi di gran lunga superiori rispetto a quelli di cui si pensa». «Mi fa specie – prosegue – quando si parla di un imprenditore che fa soldi investendo in un giornale. Vi invito – dice rivolto ai giornalisti – a chiedere ai vostri editori quali sono i guadagni”

“Non accetto lezioni da Bocchino”,  prosegue. “Fini avrebbe dovuto tutelarmi”. E ancora: “Rifarei tutto. La mia è verità”.

Matteo Melani