“Il passato e’ una landa sterminata di strade di pietra, per attraversarle molti si lanciano a rotta di collo, come auto in corsa, altri invece viaggiano con pazienza, saltando di pietra in pietra, sollevandone ognuna, con il desiderio irresistibile di sapere cosa giace sotto. Ne sguscia fuori uno scorpione, un grasso millepiedi bianco, o una delicata crisalide, ma non e’ impossibile che almeno una volta, appaia un elefante…”
Quando e’ morto il mese scorso, l’uomo che scrisse queste parole ne “Il viaggio dell’Elefante” Jose’ Saramago, era un vecchio saggio di 87 anni.
Le sue preoccupazioni, il suo credo, le sue passioni, la sua visione politica, poteva sembrare appartenessero al passato: un immortale comunista, insofferente nei confronti di ogni dittatore, irrispettoso nei confronti delle multinazionali, nato da paesano in una terra a i margini della società, identificando se stesso sempre come impotente “poeta radicale” che ha vissuto in un epoca dove anche i liberisti sono considerati “di sinistra”.
Ma il radicalismo ancora più intransigente della sua arte gli ha reso possibile di staccarsi dal chiacchiericcio del presente.
E’ andato avanti a noi ed e’ tuttora avanti.
Il suo lavoro come quello di ogni vero artista appartiene al futuro – al nostro futuro – e in questo si può trovare conforto: mentre pazientemente solleviamo le pietre nell’infinito campo della letteratura moderna, ci aspettiamo di incontrare scorpioni e bestie schifose, ma e’ ora sicuro che, almeno per una volta, e’ apparso un elefante.
E “Il Viaggio dell’Elefante” e’ un libro che vale la pena di leggere, ricco di senso e divertente: il vecchio Saramago scrive con mano da maestro di scherma, leggero e sapiente, con umor dolce e aspro, con l’ironia temperata dalla pazienza e dalla comicità stessa della vita.
Con la sua enorme capacita’ di comprendere il genere umano nei suoi meccanismi Saramago ci regala qualcosa di veramente raro: una disillusione che concede affetto e ammirazione, un nitido perdono.
Non si aspetta molto da noi ed e’ uno degli autori che piu’ si avvicina per spirito e humour Cervantes: Quando il sogno della ragione e della speranza di giustizia sono costantemente delusi, il cinismo e’ la via d’uscita piu’ facile, ma Jose’ Saramago, il coraggioso testardo paesano visionario, non ha mai scelto, ne mai scegliera’, l’uscita piu’ facile.