“Abbiamo i numeri per andare avanti“, queste le parole di Berlusconi a commento dello strappo di Fini. Già, lo strappo di Fini; con tale espressione si può intendere, una rottura operata dal Presidente della Camera, oppure uno strattone troppo forte dei berlusconiani ai danni del primo. La seconda è un’ipotesi confermata, in parte, da entrambe le fazioni. Il Cavaliere ha detto, in diverse occasioni, che “Gianfranco” e i suoi seguaci ” remavano contro” esponendo così il partito agli attacchi nemici.
Tali sono il PD, e con toni ancora più aspri l’IDV. Dal canto suo, Fini, ha dichiarato di essere ” di fatto stato escluso dal partito” – “senza nemmeno sentire la mia opinione ha aggiunto“. E’ che, probabilmente, chi ha deciso per la rottura già la conosceva fin troppo bene. Lotta al ddl intercettazioni, polemiche su Brancher e Verdini, tutte situazioni di cui la maggioranza berlusconiana del PdL ha sostenuto la bontà. Paradossalmente l’alleanza ( non più nazionale) si è conclusa perchè Berlusconi e Fini, su una cosa, almeno, si sono trovati d’accordo, concluderla. Ma dalle parole del Premier e dei suoi uomini traspare una forte indicazione di “colpevolezza” nei confronti dell’ ex-leader di alleanza nazionale: la responsabilità della fine del governare insieme sarebbe quindi sua, per aver indebolito troppo la maggioranza di governo, attraverso, proteste, polemiche, dubbi di sorta.
E’ nato quindi “Futuro e libertà per l’Italia” che garantirà, a volte, i numeri per andare avanti alla maggioranza pidiellina la quale a sua volta sostiene di averli comunque. Ma 33 deputati non più allineati totalmente alle posizioni preminenti nel PdL non sono pochi. Certo non che ci si possa aspettare che i 33 scesi dal predellino sostengano le scelte del PD o dell’IDV, anche perchè alla fine, in un modo o nell’altro, i finiani restano all’interno del Governo, un Governo che anche Napolitano sembra volere, non certo per preferenze politiche, ma per garantire una necessaria continuità istituzionale,ma Fini ha già fatto sapere che le decisioni di futuro e libertà saranno autonome e indipendenti.
La nuova corrente, termine che mai si potrà utilizzare a ragione, visto che prima della rottura era troppo forte ed invece ora risulta addirittura eufemistico visto che si configura come un vero e proprio partito, avrà vita propria e potrà complicare non poco quella del PdL. Se alla Camera i risultati, dovessero votare contro i finiani, rimarrebbero in bilico, al Senato, lo scarto tramaggioranza e opposizione è ancora minore, indi per cui.. Futuro e libertà per l’Italia ovvero,FLI. Nella sigla che identifica la nuova creatura finiana c’è una “L” in più rispetto alla precedente “fanciulla” berlusconiana, Forza Italia ( FI), una “L “che potrebbe stare per Liberale. “Il-liberale” è infatti come Gianfranco Fini ha definito il Cavaliere dopo il regolamento di conti notturno che ha portato alla seprazione in casa dei due leader.
A.S.