Aumento pedaggi autostradali: stop dal Tar del Lazio, ora i rimborsi

Se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza emessa dal Tar del Lazio che sospende gli aumenti dei pedaggi autostradali e del Grande Raccordo Anulare «sarà possibile chiedere il rimborso di quanto è stato finora ingiustamente pagato». A dichiararlo è l’Adoc che consiglia di conservare tutte le ricevute dei pedaggi dalla data del 1 luglio.

«I pendolari hanno già speso ingiustamente in media 40 euro a causa degli aumenti dei pedaggi autostradali, sospesi ieri dal Tar del Lazio – sostiene Carlo Pileri, presidente dell’Adoc  -. Qualora il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar sarà dunque possibile per i pendolari chiedere il rimborso di quanto pagato». Pertanto l’Adoc invita tutti i pendolari a conservare le ricevute dei pedaggi rilasciate dal 1° luglio in poi e «a rivolgersi alle sedi locali dell’associazione per ottenere assistenza legale in merito. Abbiamo accolto con soddisfazione la decisione del Tar del Lazio, con i pedaggi i pendolari avrebbero subito un danno di oltre 600 euro l’anno. Ora ci auguriamo che non vengano emanate nuove norme elusive della decisione del Tar».

La Cna abruzzese fa sapere che  la sentenza del Tar contro gli aumenti dei pedaggi autostradali «cancella una palese ingiustizia a danno di pendolari e autotrasportatori». «Bene ha fatto – prosegue la nota della Cna – il presidente della provincia di Pescara, Guerino Testa, a impugnare insieme ad altri enti locali, come la Provincia di Roma, la parte del decreto anti-crisi contenente gli aumenti dei pedaggi. Il principio enunciato dai giudici amministrativi romani, secondo cui a imposizione di un aumento deve corrispondere l’effettiva erogazione di un servizio rappresenta un punto decisivo: senza nuovi servizi l’aumento si trasforma in un balzello ingiustificato, in una tassa. Lo stesso principio era stato posto alla base dell’impugnazione degli aumenti del pedaggio applicati dalla società che gestisce la Strada dei Parchi su A24 e A25, relativamente agli anni dal 2006 al 2008. E pure su quegli aumenti adesso dovrà pronunciarsi il Tar del Lazio».

Raffaele Emiliano