C’è bisogno di far rispettare le regole della strada. I numeri sono uno specchio drammatico: dall’inizio dell’anno gli incidenti sono stati 2299 che hanno determinato 1996 feriti, dei quali il 10% ha avuto postumi permanenti, e anche 14 morti.
Nonostante questi numeri parlino chiaro, non c’è stato uno scoraggiamento di chi usa costantemente l’acceleratore anche sulle strade urbane.
Nei primi quattro mesi del 2010 i verbali sono stati 210mila. Di questi 42mila si riferiscono ai limiti di velocità che sono costati cari sulle patenti, con ben 130mila punti in meno.
La maggior parte delle sanzioni è stata fatta per via dei vari autovelox che si trovano nei punti più critici della città e grazie anche alle postazioni mobili dei telelaser.
Ma c’è dell’altro: in 1530 sono passati con il rosso, sanzionati dal fotored. Numeri che quindi danno l’esatta dimensione del fenomeno alta velocità sulle strade.
«I verbali fatti grazie agli autovelox — dice Massimo Ancillotti, comandante dei vigili urbani — sono più che raddoppiati e questo aspetto deve far riflettere, soprattutto perchè le conseguenze sono state molto più gravi. Non c’è dubbio che gli scontri, e non solo quando coinvolgono mezzi a due ruote, sono molto più violenti». Non è raro, infatti, vedere in città auto ribaltate. Ecco perchè non è escluso che possano essere istallate altre postazioni fisse per il rilevamento della velocità e qualche fotored in più. Ufficialmente i vigili non lo dicono perchè «non bisogna solo reprimere — prosegue il comandante — ma anche essere bravi ad aumentare la consapevolezza negli automobilisti. Consapevolezza della pericolosità di superare i limiti e non per il portafogli».
Oltre all’alta velocità, vi è un altro fenomeno, sicuramente non di minore importanza, ossia l’uso del cellulare durante la guida. Sono 250 le multe per questa infrazione (890 i punti complessivi tolti) che sicuramente potrebbero essere molte di più.
Il codice prevede pene severe anche per chi guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti. «Non ci arrendiamo — chiude il comandante Ancillotti — e ci affidiamo anche alle tecnologie perchè se queste servono a salvare una sola vita o a evitare un incidente non possiamo che essere soddisfatti».
Raffaele Emiliano