Era uscita con l’ex- ragazzo di una sua amica; per questo motivo, secondo molti quotidiani inglesi, la stessa e un’altra resasi complice della prima, hanno unito le forze e rapito chi, secondo loro, si era macchiata di un crimine orribile. La punizione: chiusa in una stanza per 18 ore, in balia delle due “sadiche” che l’hanno picchiata e torturata fino a farle perdere i sensi, immersa nell’acqua bollente, tentato di darle fuoco, incendiandole i capelli.
18 ore dopo, appunto, avevano pensato bene di buttarla in strada, poco vestita e sanguinante, dopo averle fatto vedere l’inferno, un inferno creato da loro. La vittima aveva anche cercato più volte di scappare durante la notte, ma senza mai riuscirci, era infatti sempre stata ricondotta nel luogo del “castigo”. Lucy Viner-Mood, 22 anni e Lois Gibson, di appena 18, sono state condannate rispettivamente a 5 e 3 anni di carcere. Come ha confermato il capo della polizia,”I livelli di violenza raggiunti dalle due sono ancora più evidenti se si considera la durata delle torture“.
Georgia Fenn, questo il nome della vittima, ha recentemente detto di non essersi ancora ripresa da quelle terribili ore, pur essendo passati diversi mesi. Le aguzzine, che alcune testate identificano come le “torturatici del Kent”, località in cui ha avuto luogo la vicenda, erano, per giunta, sue amiche. Da capire sarebbe se l’episodio così’ come si è configurato sia stato dovuto sì ad una vendetta, ma della quale le due giovani hanno poi perso il controllo, finendo per compiere atti violenti accompagnati intrisi di una macabra esagerazione, o al contrario, ciò che è stato messo in pratica dalle due ragazze sia stato studiato, progettato a freddo e solo successivamente attuato in tutta la sua crudeltà.
A.S.