Al Gore scagionato da ogni accusa

“Scagionato”. Così si chiude lo scandalo di Al Gore. Il caso scoppiò nel 2006, quando una massaggiatrice accusò l’ex vice-presidente statunitense di molestie sessuali.
La polizia, si legge in una nota U.S.A., ha ritenuto “non credibile” la testimonianza di Molly Hagerty, sua accusatrice.

Tutto comincia nel ottobre 2006, quando la donna sporge denuncia all’ex premio Nobel. Non si procede all’accusa per mancanza di prove. Pochi mesi dopo però, è la stessa Hagerty a non presentarsi all’interrogatorio.

Nel gennaio 2009 la massaggiatrice espone un’altra denuncia, accusando Al Gore di “contatti sessuali non desiderati”. A questo punto la donna sale alla ribalta dei medi, dicendo che ha dalla sua parte una prova schiacciante: i pantaloni macchiati, testimoni della sua tesi.

Ad oggi si scopre che il dna trovato non è il suo. Al Gore è innocente.

Per il guru dell’ambinte si chiude un capitolo al quanto imbarazzante e doloroso. Ha così ringraziato la polizia di Portland per il “lavoro professionale e per il fatto che finalmente e’ stata messa la parola fine a questa vicenda”.

Un caso simile al sexgate. L’allora Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, inziò una relazione con la stagista   Monica Lewinsky. Una volta divenuta notizia, il democratico inizialmente negò, salvo poi dichiarare di aver fatto spergiuro. Questo caso agitò fortemente l’opinione pubblica, non solo americana ma anche mondiale.

Dal canto suo Al Gore si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. Con più serenità tornerà ad occuparsi delle sue battaglie sociali. Ricordiamo che nel maggio 2004 ha fondato Current, la prima tv tematica d’inchiesta.

An Inconvenient Truth, il suo docu-film uscito nel 2007, sul riscaldamento planetario ha vinto il premio al Festival di Cannes come miglior documentario e miglior canzone. Nello stesso anno vince il Premio Nobel per la Pace. Decide di appoggiare Hilary Clinton alle primarie del Partito Democratico.

Ultima la presa di posizione contro la legge-bavaglio.

Matteo Melani