Si spegne la famosa sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico

 

Si è spenta nella città di Roma in seguito ad una lunga malattia e alla veneranda età di 96 anni la celebre e famosa sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico; e questa scomparsa, annunciata dai figli della donna, non rappresanta solo ed unicamente il termine di una stagione di quello che è il cinema italiano perchè simboleggia, in fondo, la fine di un vero e proprio modo di concepire e realizzare il “mestiere” stesso del cinema portato a livello di una vera e propria arte. Quella che quindi si è spenta è una vera e propria icona, un simbolo oltre che  la collaboratrice prediletta e preferita di Luchino Visconti, la sceneggiatrice più famosa ed insieme più raffinata  che conferì al cinema la caratteristica di una cultura molteplice e dai mille e diversificati aspetti.

Giovanna Cecchi era la figlia del letterato Emilio Cecchi, nata a Roma nell’anno 1914 e che ha esordito come una giornalista, già a quei tempi andando ad aggiungere alla propria firma il cognome materno ereditato da quella che era una grande e celebre tradizione teatrale; la firma stessa della sceneggiatrice però , con l’aggiunta  del nomignolo “Suso” appare  però per la prima volta nel mondo del cinema in calce a “Mio figlio professore“, film del 1946 di Renato Castellani. Da lì in poi avrà inizio quella che sarà la sua stagione neorealista assieme a maestri del calibro di  Luigi Zampa, Ennio Flaiano o Cesare Zavattini; collabora poi e lavora con Antonioni, Blasetti ed anche Rosi.

Ma quello che sarà il vero e proprio sodalizio ed assieme fertile ed ideale unione è quella con Luchino Visconti che la richiede  nell’anno 1950 per il film “Bellissima” fino a farla divenire una sorta di vero e proprio doppio narrativo in tutta la sua carriera fino al progetto non realizzato della celebre “Recherche” di Proust. Suso Cecchi D’amico andrà così ad impersonare un modello di tecnica curata e raffinata ed assieme di bella prosa, oltre che garanzia a livello internazionale per copioni complessi ed elaborati per la tv; nell’anno 1994  poi la Mostra di Venezia le conferirà un leone d’oro per la carriera.

Rossella Lalli