E’ possibile un mondo senza più felini selvatici? A giudicare dall’appello lanciato dall’attrice americana Glenn Close, la risposta suona come affermativa. Il rischio è infatti assai concreto: l’80% delle specie sono in declino secondo quanto riportato dal rapporto pubblicato da Panthera, International fund for animal welfare (Ifaw) e Wildlife conservation society, dossier che vede appunto la prefazione a firma di Glenn Close.
Sono proprio i numeri contenuti nel rapporto a spaventare. Attualmente infatti, circa otto specie su dieci di felini selvatici risulta in declino. Le cause principali di questa drammatica situazioni sono il bracconaggio e la progressiva perdita degli habitat adatti alla loro sovravvivenza. Un secolo fa, si legge nel rapporto, vivevano 200mila leoni in Africa. Oggi ce ne sono meno di 30mila e la specie si è estinta in ben 26 Paesi.
I leoni sono minacciati in primis dagli allevatori di bestiame che per proteggere i loro capi uccidono i felini. La situazione è drammatica anche per il leopardo delle nevi, splendido animale di cui rimangono meno di settemila esemplari in natura. In questo caso, i nemici principali sono i bracconieri. Circa 5o0 sono invece le volpi di Darwin rimaste in Cile, unico paese in grado di ospitarle per le favorevoli condizioni climatiche. Nel paese sudamiricano, lo sfruttamento progressivo dell’ambiente, dovuto all’industrializzazione, sta di fatto facendo scomparire questa rara specie di felino. I lupi d’Etiopia sono addirittura meno di 500.
In Europa invece è allarme rosso per la lince iberica, il felino più a rischio estinzione del Pianeta. Secondo alcuni dati, il numero di esemplari viventi si aggira da un minimo di 84 ad un massimo di 143. “Grandi felini e canidi rari – spiega Jeff Flocken dell’Ifaw – attualmente soffrono a causa di tante minacce e l’impatto positivo della loro protezione andrebbe non solo a loro beneficio, ma anche di altre specie”.
Di Marcello Accanto