Il pusher trovato morto in una stanza d’albergo sulla via Salaria di Roma per questioni relative al caso di Piero Marrazzo, sarà riesumato a Settembre. A deciderlo il Prof. Arcudi. incaricato di accertare le cause del decesso e cosa sia successeo nelle ore immediatamente precedenti alla morte di Gianguerino Cafasso. Sulla Nicola Testini, uno dei Carabinieri che aveva cercato di vendere il video che riprendeva Marrazzo in compagnia della transessuale Natali e con alcuni grammi di cocania sul comodino a varie testate giornalistiche, pende l’accusa di omicidio premeditato aggravato. Il maresciallo dell’Arma avrebbe eliminato un testimone scomodo, dopo che la suddetta vendita non era andata a buon fine. Nessuna redazione infatti accettò quel video.
L’ipotesi di omicidio è venuta “a galla” in un secondo momento, rispetto all’inizio delle indagini. Inizialmente si era pensato alla morte per overdose del pusher, dopo che quest’ultimo pare avesse assunto uno “speed-ball”. La situazione però con il passare del tempo è, per così dire, peggiorata, assumendo risvolti via via più inquietanti. L’ex governatore del Lazio è stato riconosciuto come vittima più che come presunto autore di reato ed è, in effetti, innegabile il fatto che Marrazzo abbia subito una pesante violazione della privacy. Il discorso relativo alla “questione morale”, è cosa diversa.
Forse anche la caduta dell’ipotesi di reato da parte dell’ex-conduttore di Rai3 ha portato gli inquirenti a spostare l’attenzione su particolari inizialmente ritenuti poco significativi, o comunque nascosti. L’accusa di omicidio premeditato aggravato sulle spalle di Testini, è stata contestata, in concorso, anche a Luciano Simeone e Carlo Tagliente, gli altri due carabinieri coinvolti nella vicenda-scandalo. E’ stato il gip Renato Laviola a concedere il permesso di riesumare il cadavere di Cafasso, anche se tecnicamente la decisione è stata presa dallo stesso Prof Arcudi, lo stesso incaricato di svolgere gli esami di accertamento sul corpo.
A sostenere l’accusa ai danni di Testini il pm Rodolfo Sabelli e il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. La teoria sostenuta dalla difesa è invece quella che vede Cafasso e Testini in buoni rapporti e che, in ogni caso, dipinge un quadro per il quale, il primo non avrebbe certo avuto bisogno del secondo per rifornirsi di sostanze stupefacenti. Una delle ipotesi dell’accusa è infatti quella che sia stato proprio il carabiniere a fornire la droga a Cafasso. La riesumazione è prevista per il 28 settembre, bisognerà poi attendere l’esito delle analisi del Prof Arcudi.
A.S.