La campagna di analisi delle acque e rilevazione dati sullo stato di salute degli specchi lacustri italiani, “Goletta dei Laghi”, Legambiente ha bocciato il lago più grande d’Italia. Nel Garda, infatti, sono stati trovati ben 17 punti inquinati: dieci di essi si trovano sulla sponda lombarda. Nello specifico sono stati etichettati come fortemente inquinati i campioni prelevati a Tignale, Toscolano Maderno, Salò, Moniga del Garda, 2 punti a Desenzano del Garda e 2 a Sirmione, mentre ne sono usciti semplicemente inquinati quelli di Tremosine e Limone del Garda.
I dati sono stati presentati da Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto, Lorenzo Albi, presidente del circolo veronese dell’associazione e Simona Colombo, tecnico della Goletta dei Laghi. Insieme ai volontari del servizio civile europeo non si sono limitati solo al controllo delle acque, ma hanno anche controllato l’accessibilità alle spiagge, il rispetto del demanio pubblico, la gestione dei rifiuti nei comuni costieri e la cementificazione sulle rive del Benaco.
Proprio dell’ultimo problema ha così commentato Michele Bertucco “Il problema qui non sono solo il collettore o le fognature, qui il vero nodo è quello della cementificazione. Una volta costruivano con la storia dei falsi alberghi. Adesso sono previsti due centri ippici e tre campi da golf. Insomma, si continua a cementificare inventandosi qualcosa che sembri “ambientale” ma che in realtà ha un impatto devastante sul sistema gardesano”.
Le analisi delle foci dei torrenti non sono andate meglio. Su sei analizzate, una soltanto è risultata inquinata, le altre cinque, una a Bardolino, due a Castelnuovo, una a Peschiera e una a Lazise sono state catalogate come “fortemente inquinate.”
Dagli studi effettuati da Legambiente, la riva scaligera risulta troppo “piena”: sono presenti quindici campeggi, undici dei quali costruiti prima degli anni Ottanta. “Era prevista la rimozione delle aree a meno di cento metri dalla battigia. Quelle aree sono ancora tutte al loro posto. Il Comune non ha mai fatto rispettare le sue stesse norme” ha concluso Lorenzo Albi.
Daniel Ciranni