Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla incassa il sostegno delle sigle animaliste, dopo aver dichiarato che «se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio». E se il ministro intendeva prendersela con tutte le corse «che prevedono l’uso di cavalli, asini e che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso e di cui anzi potremmo volentieri fare a meno», inevitabilmente dura era stata la protesta di abitanti e amministratori di Siena, la città toscana che ospita il più celebre Palio del Paese. Ai senesi, sentitisi direttamente chiamati in causa, si era poi aggiunta nel coro di protesta la voce del senatore leghista Gianvittore Vaccari, secondo il quale «la Lega non accetterà mai e poi mai che le tradizioni culturali di millenaria memoria del nostro Paese siano abrogate e, peggio ancora, cancellate dagli annali storici».
Un forte sostegno alla presa di posizione della Brambilla giunge invece dal fronte delle sigle animaliste. «L’Italia può cogliere l’occasione di diventare il paese più ospitale e piùanimal friendly nei confronti degli animali» fa notare il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi. «Già con l’ordinanza Martini, una regolamentazione rigida e puntuale che costretto all’osservanza di norme più rigorose una serie di manifestazioni che utilizzano animali, è stato fatto un importante passo in avanti – ha aggiunto la numero uno dell’ente protezione animali – ma l’obiettivo degli animalisti rimane quello di avere un paese in cui gli animali non vengano usati per spettacoli, feste e fiere, molti dei quali di nuovissima istituzione e quindi privi anche della pretestuosa ragione della continuità tradizionale, dove i casi di morte degli animali ammontano a circa il 30%».
La Lav evidenzia poi che in Italia ogni anno si svolgono circa un migliaio di manifestazioni con utilizzo d’animali, delle quali, circa un terzo, si conclude con la loro morte. «Si tratta per lo più di riti dal carattere sacro-profano – sostengono dall’associazione -, tenuti in genere in onore di santi e madonne locali, legati ad ataviche paure di carestie, epidemie e a quant’altro affliggeva l’umanità; nessuno spirito sacro o l’espressione di una sincera devozione possono però trovare spazio nel terrorizzare, per fare alcuni esempi, con petardi una colomba infilata in un tubo di plexiglass ad Orvieto, nel sottoporre alcuni buoi ad uno sforzo spropositato per interminabili ore al solo scopo di trascinare un obelisco di 100 quintali a Mirabella Eclano (Avellino) o nel pungolarli in corse di 5-7 chilometri nelle “carresi” d’origine albanese tenute tra il basso Molise e Chieuti (Fiuggi)».
Anche il Codacons incoraggia la scelta del ministro per il Turismo e, spingendosi oltre, medita addirittura di ricorrere al Tar contro la prossima edizione del palio di SIena. «Il ministro ha perfettamente ragione e anzi deve passare alle vie di fatto», chiede il Codacons. «Brambilla deve cioè emettere una ordinanza non contro il Palio, che come manifestazione culturale non ha nulla di sbagliato, ma contro qualsiasi manifestazione che possa rappresentare un potenziale pericolo per gli animali, o che possa costituire una qualsivoglia forma di maltrattamento ai loro danni. Non vanno quindi vietati gli eventi che vedono coinvolti gli animali, ma solo evitare che questi possano concretizzare possibili forme di violenza su di essi».
Raffaele Emiliano