“L’esercito iracheno non sarà in grado di garantire la sicurezza nel Paese sino al 2020 e gli Stati Uniti dovrebbero mantenere truppe nel Paese sino a quella data”.. Con queste parole il Generale Babakir Zebariha, commento la decisione del ritiro delle truppe statunitensi alla fine del 2011.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, aveva annunciato nei giorni scorsi che entro un mese, l’esercito americano avrebbe fatto ritorno in patria. Aggiungendo che da missione militare, passerà a strategia civile con contributo diplomatico.
Oggi questa dichiarazione. Secondo il Generale,le tensioni inizieranno dopo il saluto degli americani. “Il problema inizierà dopo il 2011, i politici devono trovare un altro modo per riempire il vuoto dopo il ritiro.”. Sul cambiamento di strategia osserva: “Direi ai politici: l’esercito Usa deve restare sino a quando l’esercito iracheno sarà del tutto pronto nel 2020″.
Gli Stati Uniti fino ad oggi hanno 64,000 soldati in Iraq.
Ricordiamo che la guerra in Iraq inizia nel 2003, quando l’allora presidente George Bush Jr, sostenne che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa e, ci fosse un legame fra l’organizzazione terroristica Al-Qaida e il dittatore. Ad appoggiare questa tesi: Italia, Regno Unito, Spagna. Tra i contrari la Commissione Europea e la Francia. Fra le ragione degli oppositori il fine dell’approvvigionamento del petrolio e la dubbia presenza di armi di distruzione di massa. Il dittatore è stato condannato a morte il 30 dicembre 2006. Fu impiccato. Il reato attribuitogli crimini contro l’umanità.
Matteo Melani