Accuse Bankitalia, Verdini: “Ho sempre operato nella massima trasparenza”

Roma (16 agosto 2010) – Il coordinatore del Pdl Denis Verdini, sempre più al centro della polemica politica, respinge le accuse rilevate dagli accertamenti effettuati dagli ispettori di Bankitalia sulla gestione del Credito cooperativo Fiorentino. In un comunicato di difesa, Verdini scrive infatti che “in merito alle notizie di agenzia sulle contestazioni di Bankitalia dopo l’ispezione al Ccf, rilevo che si tratta dell’inizio di un provvedimento amministrativo, al quale risponderò puntualmente e adeguatamente nei termini previsti dalla legge”.

“Per quanto riguarda il mio ‘potenziale conflitto di interessi’ nei confronti del Ccf evidenziato nel verbale di contestazione, questo – osserva il coordinatore del Pdl – è fondato su ipotesi errate di fatto e di diritto, la cui insussistenza sarà presto dimostrata, in quanto ho sempre operato nella massima trasparenza e nell’interesse della banca. Rilevo altresì, in merito al nuovo polverone mediatico che si sta alzando e alle conseguenti strumentalizzazioni politiche, che nella delibera degli ispettori non c’è traccia alcuna delle infamanti ipotesi uscite sulla stampa nei mesi scorsi, tese a individuare nel Ccf un crocevia di tangenti e di malaffare”.

“Come ho già spiegato ai magistrati, da tempo non ho rapporti in società operative con l’imprenditore Riccardo Fusi, e i crediti erogati alla Btp sono sempre stati pienamente garantiti. Respingo dunque con fermezza – è la conclusione di Verdini – sia le contestazioni sul conflitto d’interessi che quelle relative ad inesistenti operazioni anomale”.

La nota di Verdini giunge a seguito della diffusione degli accertamenti condotti dagli ispettori della Banca d’Italia presso il Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf) dal 25 febbraio al 21 maggio scorsi, accertamenti che avrebbero messo in rilievo “gravi carenze” degli organi di gestione della banca sul piano delle norme antiriciclaggio, segnalando inoltre il potenziale ‘conflitto di interessi’ tra l’attività dell’istituto di credito e la figura dell’allora presidente Denis Verdini, per affidamenti pari a 60,5 mln di euro.

Giungono intanto puntuali dall’opposizione le richieste di “dimissioni” di Verdini da coordinatore del Popolo della Libertà. “Il quadro che emerge dai riscontri degli ispettori di Bankitalia è molto pesante – afferma il capogruppo del Pd in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Gianclaudio Bressa – Se confermato, Denis Verdini deve trarne le inevitabili conseguenze politiche e dimettersi”.

A Bressa fa eco Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell’Italia dei Valori, il quale dichiara: “Una banca concepita come un possedimento personale attraverso il quale espandere il proprio potere, nel disprezzo totale delle regole e delle leggi. Se quanto emerge dalla relazione degli ispettori di Bankitalia, che getta nuove ombre su Denis Verdini dovesse risultare vero, l’attuale coordinatore nazionale del Pdl dovrebbe fornire più di qualche nuovo chiarimento. Se poi, dovessero emergere collegamenti tra i rilievi di Bankitalia e operazioni finanziarie della cricca, saremo al peggio di ciò che può offrire il berlusconismo”.

Raffaele Emiliano