Un paio di mesi fa a Polla, in provincia di Salerno, è stato visto del liquido sulla statua di Sant’Antonio che si trova nell’omonimo santuario. Parlare di vero e proprio miracolo è stato, per alcuni, solo l’ovvio passo successivo. Una naturale conseguenza. Per certi fedeli da allora la statua sta, nessun dubbio in proposito, piangendo.
A scoprire il presunto fenomeno di lacrimazione, che sembrerebbe continuare tutt’oggi, dovrebbero esser stati tre monaci del convento: padre Ippolito, padre Candido e padre Tommaso. Al momento i tre non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Ma, evidentemente, c’è stata una fuga di notizie. Quando la voce si è diffusa, l’afflusso di persone al santuario è cresciuto in maniera esponenziale, costringendo i monaci stessi a bloccare temporaneamente tutte le visite.
Il vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, Monsignor Antonio Spilillo, si è recato sul luogo del presunto lacrimare per farsi un’idea più precisa riguardo la vicenda. Dopo aver controllato di persona, l’ecclesiastico ha affermato di aver “constatato che, soltanto nella parte circostante un occhio della statua si notava, leggermente, la presenza di una sostanza liquida incolore; ma ciò non vuol significare assolutamente che la statua del Santo lacrimasse”.
Spilillo prosegue ricordando che “si tratta di fenomeni che facciamo fatica a decifrare perché non ne conosciamo l’origine: bisogna studiarli in modo approfondito e trovarne, appunto, un significato”, nei fatti lasciando la porta aperta a qualsiasi futura interpretazione.
Anche il sindaco della cittadina, Massimo Lo Viso, adotta una strategia prudente sulla vicenda, consigliando di rimanere “quanto mai cauti”. “Da parte mia”, precisa, “posso soltanto dire che attendo ansioso, come tutti i miei concittadini, ulteriori sviluppi che chiariscano il presunto fenomeno che si sarebbe verificato in coincidenza con due avvenimenti svoltisi a Polla: il primo è rappresentato dalla coincidenza con la festività del Santo a cui la comunità pollese è fortemente legata, il secondo è dovuto al completamento degli interventi di restauro del convento e delle aree vicine, interventi che, inaugurati giovedì dieci giugno scorso, hanno restituito agli antichi splendori l’intera struttura conventuale”.
Nel frattempo i carabinieri del Racis di Roma hanno ricevuto circa 10cc di liquido prelevato dal volto della statua. Solo quando il risultato delle analisi sarà noto, sostengono i monaci, la statua sarà di nuovo resa visibile ai fedeli. Solamente allora si potrà capire se si tratta di fatto davvero inspiegabile o, come insinuano alcuni, dello scherzo di qualche annoiato buontempone.
Gianluca Bartalucci