
I ricercatori così hanno determinato che esistono più di 100.000 posizioni iniziali del cubo e le soluzioni, nella maggior parte, non possono richiedere più di 15 o 19 movimenti. Senza alcun dubbio, alcune combinazioni obbligano ad eseguire 20 giri, in quello che è stato battezzato come “il numero di Dio”
Secondo la spiegazione fornita dal responsabile della ricerca il professore Davidson, alla trasmissione Portaltic della BBC, al giorno d’oggi, la cifra minima di movimenti era una “credenza religiosa”. Per questo, ha deciso di iniziare questo progetto con i sospetti che qualsiasi giocatore ha bisogno di almeno 21 giri di cubo su se stesso.
Per facilitare il lavoro, Davidson ed il suo gruppo di lavoro hanno stabilito di dividere tutte le possibilità in 2.200 milioni di gruppi, ciascuno con 20.000 milioni di posizioni distinte. All’inizio, hanno scartato tutte quelle opzioni che potevano avere una doppia soluzione
Così, la squadra britannica è riuscita a ridurre le opzioni iniziale fino a 56 milioni di possibili combinazioni
“Ancora non sappiamo che tipo di macchinario hanno utilizzato” ha confermato Davidson, anche se per il processo era necessaria la partecipazione di un super computer. Dopo i risultati di Google, i ricercatori si sono convinti che 20 era il ‘numero di Dio’ dal momento che le opzioni per risolverlo con più movimenti “cadevano con cifre minime”.
Il ricercatore ha concluso affermando “Si è chiuso un cerchio per me, che è cominciato con una delle icone degli anni ‘80, il cubo di Rubik appunto”.
Maria Luisa L. Fortuna