Mafia, sms a “Quelli che il calcio…” per comunicare coi boss

Roma (20 agosto 2010) – Ai mafiosi certamente non manca la fantasia. Sembra essersene accorta la Direzione nazionale antimafia, secondo cui i boss in carcere si sarebbero serviti per comunicare tra loro anche degli sms comparsi in passato in sovraimpressione durante la trasmissione “Quelli che il calcio…”, in onda su Rai 2.

È quanto ha raccontato durante un’audizione alla commissione Antimafia a maggio l’allora procuratore aggiunto della Dna, Vincenzo Macrì, oggi procuratore generale ad Ancona, sottolineando i limiti di tenuta del regime di carcere duro 41 bis.

Gli sms mandati durante la nota trasmissione domenicale di Rai 2 non sarebbero stati solo quindi messaggi d’amore o complimenti alla conduttrice, ma messaggi cifrati ad uso e consumo della mafia. La segnalazione, come riporta oggi Il Quotidiano della Calabria, è arrivata ai magistrati da un detenuto.

Gli autori della trasmissione “Quelli che il calcio…”, condotta da Simona Ventura, sono totalmente estranei alla vicenda, come sottolineano gli stessi magistrati. La Dna sta adesso passando al vaglio tutte le registrazioni delle trasmissioni durante l’anno per verificare se effettivamente i boss abbiano utilizzato gli sms per inviare messaggi in codice.

L’ex procuratore nazionale antimafia aggiunto non ha al momento rivelato da quale carcere è stata fatta la segnalazione riguardo gli sms diretti a boss mafiosi.

«Ciò che ci colpì della segnalazione – dice Macrì – era l’apparente banalità del contenuto degli sms dietro ai quali, in realtà, si celavano precise comunicazioni ai boss impossibilitati, a causa del regime carcerario cui erano sottoposti, ad avere qualsiasi comunicazione con l’esterno. È chiaro, tra l’altro, che l’esatto significato del messaggio lo potevano capire solo i destinatari».

Raffaele Emiliano