Nella giornata di oggi, diversi attacchi in Iraq hanno prodotto 62 morti. Da Baghdad, fino a molte città del sud dell’Iraq, si è registrata una sequenza di attentati kamikaze quasi sincronizzata. Il bersaglio è stata la polizia. Nel bilancio delle vittime, la stragrande maggioranza sono poliziotti, ma si segnalano anche civili.
A Kut, sud-est del paese, un attentatore si è fatto esplodere in un’auto, cusando la morte di 30 agenti di polizia e il ferimento di 87. “Alcune parti del palazzo sono crollate e ci sono ancora i corpi di alcuni agenti di polizia sotto le macerie, tra cui quello del capo della polizia” ha detto Aziz al-Amarah, comandante delle forze di polizia.
Tragedia anche a Kerbala, città sciita a sudovest di Baghdad, dove almeno 29 persone sono state ferite da un’esplosione di una auto nei pressi della stazione di polizia locale. Due gli attentati a Baghdad. In una zona centrale della capitale un uomo a bordo di un camion ha attaccato una centrale di polizia, uccidendo 15 persone e ferendone 56. In un altro quartiere, precisamente ad Al-Amil, alcuni individui armati hanno ucciso un militare e ferito un collega.
Fra le autorità irachene, molti attribuiscono al ritiro americano questi gravi episodi. “Attivando tutte le proprie risorse, il nemico sta cercando un’escalation di attacchi terroristici nel periodo a venire, che coincide con il ritiro delle forze combattenti americane dall’Iraq”. Dice il generale iracheno Qassim al-Moussawi. Aggiunge però, che l’Iraq è attrezzato per affrontare questi attacchi terroristici. All’inizio del mese il presidente americano Barack Obama, aveva annunciato il ritiro delle truppe americane a partire dal 31 agosto. Precisando che la missione sarebbe cambiata, da militare a civile, con l’ausilio anche di diplomatici. Il 19 agosto, le ultimissime truppe hanno lasciato il paese. Questa decisione è stata fortemente criticata dal Generale Babakir Zebariha, argomentando che le forze irachene, saranno più deboli.
Matteo Melani