Riserva naturale Le Cesine, l’oasi dell’immondizia – VIDEO

Uno scorcio di immondizia

Metà agosto. Un gruppo di ragazzi in viaggio in una delle zone di villeggiatura estiva più belle (e – soprattutto – più in voga) d’Italia, il Salento, pensano di fare tappa in un luogo segnato sulla cartina come Oasi naturale gestita dal Wwf: si tratta della riserva naturale ‘Le Cesine’, situata nel territorio di Vernole, in provincia di Lecce.

Giunti in loco, i ragazzi decidono di incamminarsi verso la spiaggia ‘Ponte di Carlo’, situata a qualche chilometro di distanza dal centro visite dell’Oasi, dove sono esposti anche i prezzi per poter partecipare alle attività proposte (oltre alla tariffa per il bus navetta elettrico tutto customizzato WWF, utile a raggiungere la spiaggia in compagnia del noto panda adoperato a mo’ di brand: 3€). Oltre alla visite guidate varie ed eventuali (quella a piedi, quella trekking, quella guidata in bicicletta: rispettivamente 6, 8 e 10€), nel cartello di presentazione delle attività dell’estate 2010 (per altro consultabili presso il sito dell’Oasi ) si possono anche leggere le interessantissime attività legate alla spiaggia ‘Ponte di Carlo’, come la ‘Camminata al calar del sole’ (“Passeggiata attraverso i sentieri della Riserva fino ad arrivare in spiaggia per un bagno al tramonto”, 7€) e lo ‘Snorkeling’ (“Esplorazione dei fondali marini”, 18€). Insomma, tutto lascia presagire che si tratti di un angolo di mare incontaminato.

I ragazzi percorrono quindi fiduciosi il tragitto a piedi (lungo circa 2 kilometri), prima di trovarsi davanti ad un paesaggio quantomeno desolante: una canonica spiaggia salentina, costellata però di rifiuti di vario genere. Il video, d’altra parte, testimonia lo stato di degrado (per altro già segnalato da diversi siti di settore, da alcuni anni a questa parte ).

A detta delle cortesi guardie forestali incontrate in loco, l’area della spiaggia non sarebbe gestita dal WWF ma dal Comune e quindi il fallo è da attribuire all’entourage dello stesso (a detta delle guardie forestali, però, le mareggiate e la tramontana sarebbero solite rifornire di continuo la spiaggia di nuovo materiale di scarto. Strano però notare come si possano trovare – oltre a siringhe – anche gruppi di rifiuti ammucchiati, presenti evidentemente da più tempo). E’ in ogni caso certo che visioni del genere depongono a sfavore dell’immagine della più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, che non può disinteressarsi dello stato di conservazione della spiaggia, per altro legata al proprio business. Perché quindi non assumere in pianta stabile un’equipe per la pulizia della costa, considerata anche la possibilità di ammortizzare i costi con le tariffe proposte per partecipare alle attività collegate al mare?

R.D.V.