Anche Pierluigi Bersani, come già l’ex segretario democratico Walter Veltroni, si affida ad una lettera, inviata al direttore di “Repubblica” Ezio Mauro, per esporre la sua visione sulle prospettive del Partito Democratico e del centrosinistra per i prossimi mesi di legislatura e, forse, di nuove elezioni politiche.
“Caro direttore, dopo anni di illusione berlusconiana l’Italia continua a regredire sul piano economico e sociale e si allontana, alla luce di ogni parametro, dai paesi forti dell’Europa. – ha esordito il segretario del PD – Il populismo infatti è, per definizione, una democrazia che non decide, specializzata com’è nell’usare il governo per fare consenso e non il consenso per fare governo. […] Tocca al PD innanzitutto, come maggiore forza dell’opposizione, indicare una strada che colleghi efficacemente l’iniziativa di oggi alla sfida radicale e dirimente di domani. […] (In caso di elezioni anticipate già in inverno, ndr) noi proporremmo un’alleanza democratica per una legislatura costituente. Un’alleanza capace finalmente di sconfiggere una interpretazione populista e distruttiva del bipolarismo, capace di riaffermare i principi costituzionali, di rafforzare le istituzioni rendendo più efficiente una salda democrazia parlamentare (a cominciare da una nuova legge elettorale)”.
“Un nuovo Ulivo in cui i partiti del centro sinistra possano esprimere un progetto univoco di alternativa per l’Italia e per l’Europa e mettersi al servizio di un più vasto movimento di riscossa economica e civile del Paese. Dunque, un nuovo Ulivo ed una Alleanza per la democrazia. – conclude la missiva di Bersani – Su queste proposte il Pd vuole esprimere la sua funzione nazionale e di governo, è giunto il tempo infatti di suonare le nostre campane”.
Una grande alleanza, come già proposto anche nei giorni scorsi da Dario Franceschini, che assumerebbe però una “doppia faccia”: da una parte la condivisione di un programma di governo riformista, dentro un contenitore “nuovo Uivo” (che pure avrebbe dovuto esaurire il suo ruolo con la nascita stessa del PD) in cui potrebbero confluire l’Italia dei Valori, Vendola e forze minori come i Verdi o il PSI, dall’altra una alleanza democratica, obbligata dal “porcellum” in vigore con annessi premi di maggioranza e sbarramenti vari, fondata su pochi punti “costituenti” (legge elettorale, conflitto d’interessi, ripristino della legalità repubblicana), che andrebbe a coinvolgere tutte le forze, come la Federazione della Sinistra o parte di SeL, scese in campo a difendere la Costituzione dagli attacchi berlusconiani pur senza condividere le linee programmatiche del PD, considerate troppo moderate e, in ogni caso, poco permeabili alle istanze dei soggetti in questione.
Le reazioni alle parole di Bersani, giunte nel corso della giornata, risultano specularmente opposte a quelle suscitate dalla lettera di Veltroni al “Corriere”.
In quell’occasione, infatti, le varie realtà del centrosinistra giudicarono fuori contesto e priva di prospettiva l’analisi dell’ex segretario democratico, accolta con favore dai falchi di Berlusconi, con Capezzone e Bondi che si esibirono in apprezzamenti e complimenti; oggi, invece, Bersani ha raccolto il bene placet di tutto il centrosinistra, finendo per essere attaccato solamente da Berlusconi, che ha parlato di “ammucchiate” e “vecchia politica”.
Qualcosa vorrà pur dire…
Mattia Nesti