
Si continua ad indagare sull’aggressione avvenuta due sere fa a Torino, in corso Principe Oddone, dove una ragazza marocchina di 19 anni è stata ferita con dell’acido muriatico gettatole addosso da un uomo poi scappato su un auto scura. Hasna Beniliha, questo il nome della giovane, è stata immediatamente portata e ricoverata al Cto di Torino per ustioni di secondo e terzo grado concentrate sul volto e sul torace.
Raba, la sorella di Ahmed, uno dei tre passanti colpiti accidentalmente da alcuni schizzi di acido diretti alla vittima, racconta: “L’ho accompagnata in ospedale perché parlava solo arabo. Le ho chiesto più volte chi era stato a ridurla così, ma non ha risposto”.
L’ipotesi presa fino ad ora in considerazione è quella che spiegherebbe questa aggressione sullo sfondo di alcuni motivi passionali, magari un gesto estremo di intimidazione o vendetta da parte di un ex-fidanzato o uno spasimante rifiutato da Hasna. I carabinieri della compagnia Oltre Dora e del comando Provinciale di Torino stanno operando su questa pista. E’ saltato così fuori un ex-marito della vittima, un trentenne marocchino dal quale la giovane si sarebbe separata di recente, così come riferiscono alcuni conoscenti. Attualmente l’uomo è però scomparso.
Hasna è in Italia da pochi anni, senza familiari. E’ una ragazza bellissima che ha deciso di abbracciare la cultura occidentale; ha molti amici e probabilmente frequenta anche altri uomini. L’aggressore avrebbe perciò potuto compiere l’insano gesto spinto da gelosia, una gelosia che ha segnato il volto di una giovane 19enne e che poteva causare non pochi danni ad altre tre persone. “Non ho visto quell’uomo scappare. Probabilmente dopo aver raggiunto la ragazza ha gettato la bottiglia con l’acido su un’auto parcheggiata nelle vicinanze. Di rimbalzo gli schizzi mi hanno colpito il fianco destro” ha spiegato l’uomo colpito accidentalmente dall’acido ed ora ricoverato nel reparto di chirurgia plastica presso il Cto di Torino. Ahmed ha un figlio di 4 anni e dal letto d’ospedale si rincuora per non averlo portato con sé. “Se fosse stato con me, sarebbe rimasto ferito. E non avrei avuto pace” spiega.
Hasna subito dopo l’aggressione è stata soccorsa dai gestori del bar davanti a cui si trovava. “Le hanno immediatamente gettato addosso dell’acqua e poi l’hanno fatta sedere su una sedia, in attesa dell’ambulanza”. Raba, la sorella di Ahmed, prosegue: “Non parlava italiano, e i soccorritori non riuscivano a capirla, così mi sono offerta di dare una mano. Povera ragazza, gridava, si teneva le mani incollate agli occhi”.
(Fonte laStampa.it)
Andrea Camillo