Era una provocazione: a distanza di un paio di giorni, la tesi che sta cercando di accreditarsi in modo concreto è questa, anche se c’è chi, e non sono certamente casi isolati, a tale provocazione non sembra credere: il deputato Amedeo Ciccanti dell’UDC, ad esempio, si è duramente espresso riguardo allo sventagliato incenerimento dei cani di Olbia:
“Credo che una dichiarazione del genere sia aberrante. Chi distrugge deliberatamente una vita, senza il comune senso della pietà’ non merita di vivere in un consorzio umano, Men che mai dimrappresentarne le istituzioni. Questo assessore dovrebbe dimettersi. E’ la vergogna della Sardegna, un popolo nobile ed umanitario. E’ uno sconcio che le istituzioni della Repubblica siano rappresentate da un uomo del genere! Si confessi se e’ cattolico e chieda perdono dei suoi peccati, oppure si nasconda agli uomini civili. Non immaginavo che si potesse arrivare a tanto..”.
Al coro di no alle fiamme purificatrici, si unisce la fotomodella animalista Maura Anastasia, grande sostenitrice dei diritti degli animali, che si dichiara “allibita dalle assurde e vergognose affermazioni di Bardanzellu“, a lei la questione tocca particolarmente, visto che è originaria del luogo e che ben conosce la Lida di Olbia e il suo rifugio “Fratelli minori”.
Anche queste, con annessa richiesta di dimissioni, potrebbero senza alcun dubbio essere altrettante provocazioni per far sì che il consigliere regionale dimostri che veramente la sua sia stata, anch’essa, una provocazione e non un’affermazione con un fondo di verità. Intanto ha però deciso di mandare gli ispettori della Regione al canile Colcò. A fare cosa? Tenta di spiegarcelo il Dottor Andrea Sarria, presidente dell’Ordine dei medici veterinari a Sassari e Olbia-Tempio. In un’intervista all’Unione Sarda spiega che “le associazioni animaliste che in questi giorni si sono tanto indignate, hanno tutto l’interesse ad aprire i canili, una soluzione costosa e degradante. Hanno interesse visto che coi randagi fanno i soldini”.
La giornalista Alessandra Carta gli chiede di ripetere; e lui lo fa: “Certo. Le associazioni animaliste -incalza – si sentono le uniche paladine contro il maltrattamento di cani, gatti e non solo. Però coi randagi fanno il business, rastrellano denari pubblici. Nessuno ha detto che i rifugi sono costosi e degradanti.
Mi si passerà la nota personale: ” Scusi Dott. Sarria, io penso di aver compreso bene cosa volesse dire, ma le vorrei far notare che non è che tutti quelli che si definiscono animalisti lo sono. Ci sono persone che dedicano la vita ( e i soldi) all’amore per gli animali e al tentativo di salvarli dai destini più infami ( gliene nomino una, Cosetta Prontu) e ci sono quelli che, come dice giustamente Lei, sugli animali ci speculano , ma questi, che siano singoli individui o associazioni, non sono certo animalisti, semplicemente si chiamano (autonomamente) in quel modo“.
Il Dott. Sarria si esprime poi in merito alle dichiarazioni di Bardanzellu: “Adesso che l’onorevole Bardanzellu ha avuto il coraggio di una provocazione fortissima, aprendo finalmente il dibattito su un tema mai affrontato, anche le associazioni dimostrino altro”. Bene su questo punto, benissimo anzi. Ma è anche da dire che se il tema ” non è mai stato affrontato” non è certo stata colpa di chi i randagi li sfama tutti i giorni, perchè quindi mandare gli ispettori? Non è meglio mandare dei falegnami per costruire cucce nuove per l’inverno?
Sarria poi prosegue, descrivendo l’importanza dell’avviamento immediato di una “campagna di sterilizzazioni” ( e luce fu..) della necessità di un “censimento e di un monitoraggio costante, altrimenti ne si argina ne si contrasta”. Perfetto, assolutamente. La Lida di Olbia già sterilizza di suo, per quanto è nelle sue possibilità, se Lei e Bardanzellu decideste di darle una mano, gli animalisti, quelli veri e “solo” loro vi acclameranno.
Angelo Sanna