Allarme prima colazione, il 64% degli studenti la salta

Degli oltre 6 milioni di ragazzi alla vigilia dell’anno scolastico, la maggior parte salterebbe la prima colazione, pur avendo bisogno di essere in piena forma psicofisica per poter iniziare l’anno al meglio. È quanto emerge da una recente ricerca commissionata da Buondì, la storica merenda che accompagna da sempre la prima colazione degli italiani, effettuata su 180 famiglie per monitorare come sta cambiando tra gli italiani l’approccio alla prima colazione.

La colazione dovrebbe apportare il 20% del fabbisogno calorico giornaliero

Nonostante i nutrizionisti ribadiscano l’importanza fondamentale del primo pasto mattutino che, per ridurre l’obesità e iniziare al meglio la giornata, dovrebbe rappresentare circa il 20% delle calorie ripartite nell’arco delle 24 ore, il 64% dei giovani dai 6 ai 16 anni, per cattive abitudini dei genitori o mancanza di tempo, la salta del tutto o quasi.

I pediatri concordano infatti nel consigliare ai più giovani, il cui organismo in crescita necessita di un rifornimento energetico più articolato nel tempo, di ripartire le calorie da assumere durante l’intero arco della giornata dedicandone alla prima colazione circa il 20%, il 30% al pranzo ed alla cena e il 10% ai due intervalli di metà mattina e metà pomeriggio. Solo il 22% degli scolari viene infatti abituato dai propri genitori a fare abitualmente un’abbondante colazione prima di uscire di casa, accompagnando, a una tazza di latte o yougurt, fette biscottate, merendine o frutta, mentre il restante 14% lo fa solo saltuariamente o non assimilando le giuste calorie necessarie ad iniziare al meglio la giornata.

La soluzione? Secondo alcuni esperti nutrizionisti potrebbe arrivare dalla scuola, con l’introduzione di un secondo intervallo in mattinata, almeno per gli alunni della primaria, per sopperire alla scarsa attenzione riservata alla prima colazione dai genitori distratti e frettolosi, e per insegnare così ai più giovani una corretta educazione alimentare.

”Concedere agli studenti due pause in mattinata – spiega in una nota Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Sisa (Societa’ Italiana di Scienza dell’Alimentazione)- li aiuterebbe a mantenere costante il livello di attenzione e ad arrivare meno affamati a pranzo evitando così le “abbuffate”. Gestendo con maggiore controllo ciò che si mangia durante i pasti principali, infatti, si ottiene anche una significativa riduzione dei rischi obesità”.

Adriana Ruggeri