E’ successo a Verona. chiama Matteo Politi, 30 anni appena, brillante medico del pronto soccorso di ben sei diverse strutture ospedaliere, nel Veronese e fuori. Carriera già lunga alle spalle, non c’è che dire. I colleghi medici in questo periodo di attività spalla a spalla non si sono accorti di nulla, tantomeno i pazienti. Molto fortunatamente non ci sono stati errori sul lavoro che abbiano provocato danni a qualcuno. In quest’ultimo caso, ricontrollando i titoli di studio del dottor Politi e scoprendo che non è nemmeno diplomato, non se ne sarebbe usciti più.
Ma anche così, la scoperta di essersi spacciato per medico non sarà a buon mercato. Per chiunque ci si può infatti spacciare rischiando soltanto l’accusa di truffa, mentre quando si tratta dei titoli di studio relativi alla delicata formazione medica che si vuole millantare, il paio di maniche cambia: l’abuso di professione medica non è un reato penale da poco.
Il suo diploma di terza media gli stava stretto, ma evidentemente non abbastanza per dedicarsi ad anni di studio. Gli stavano stretti anche i voti inferiori al 110 e lode, risultato che si è auto assegnato relativamente alla sua falsa laurea. Perché infatti accontentarsi di poco? Imbroglio per imbroglio, meglio puntare alto.
Veneziano di origine, Matteo Politi è domiciliato a Verona, dove lavorava fino a pochi giorni fa. Per ottenere quel che il suo ingegno gli aveva suggerito, aveva messo in pratica per alni un piano degno della miglior tradizione dei cartoni animati di Lupin III, o dei fumetti di Diabolik, specialista nel cambiare identità. Politi infatti non si presentava con i suoi veri dati anagrafici, ma aveva preso a prestito connotati e qualifica di un vero medico, vivo ed inconsapevole, che lavora come cardiologo presso il Policlinico di Modena, e che è risultato estraneo ai fatti.
Ma come è stato smascherato, alla fine, dopo tutto questo tempo? E soprattutto, perché, dal momento che nessunon lo ha mai sottoposto ad un controllo, non essendoci estremi di sospetto che abbiano mi aportato a verifiche? Ebbene, qualche sospetto invece finalmente a qualcuno è venuto, poiché Politi è stato scoperto in modo ugualmente scenografico: nel Poliambulatorio Verona, mentre in questi giorni stava visitando due donne che in realtà erano agenti di Polizia sotto copertura.
Ai Carabinieri ed alla Polizia municipale di Verona Politi si era ugualmente presentato con i falsi connotati del vero medico, il suo alter ego. Ed è qui che al vaglio del semplice lavoro di routine delle autorità locali qualcosa non quadrava. Messo alle strette dalle due agenti appena visitate, ha confessato ogni cosa. Clonazione di identità, così hanno definito il caso presso la polizia municipale.
Non era mai riuscito soltanto in una cosa: dopo essersi impossessato di molti documenti in realtà prodotti per il reale ed inconsapevole medico, codice fiscale compreso, non era mai stato iscritto all’Albo dei Medici Chirurghi di Venezia. Ci ha provato varie volte, adducendo scuse per la mancanza di qualche certificazione che proprio non era riuscito a prendere in prestito né clonare. Ha provato a raccontare storie ai severi impiegati, a portare autocertificazioni sostitutive che per la prassi non sostituivano nulla. Ma anche senza far parte dell’Albo, e non si capisce come sia possibile, le strutture ospedaliere lo assumevano senza le stesse resistenze che riceveva presso gli uffici competenti.
Rimane incomprensibile come parenti, amici e conoscenti non si siano mai accorti di nulla. E presumibilmente verranno chiarite certe posizioni riguardi eventuali complicità. Il finto medico infatti non si nascondeva, non viveva una doppia vita, dichiarava di aver frequentato la vicinissima Università di Verona partendo da Venezia, sua città di residenza, ed appariva su Facebook in camice e con lo stetoscopio al collo, come nella tradizione televisiva da fiction. Più non si hanno dei titoli, più li si sottolinea, generalmente. Ma tutti avranno pensato ad un grande attaccamento alla sua professione. Nessuno si domandava dove fossero i suoi compagni di studio, e gli amici stessi non hanno trovato nulla di strano nel suo “profilo”, a meno che non abbia poi ingannato abilmente anche loro. Il suo vero lavoro, fino al settembre 2009, era di noleggiatore di auto presso una società del Veronese. La sua carriera non è stata dunque lunga, ma ciò rende ancora più incredibile il suo subitaneo successo di medico, la sua assunzione in sei diverse strutture in poco più di un anno.
In effetti, a diventare medico ci aveva anche provato. Alla facoltà di Medicina Chirurgia dell’Università di Verona era davvero stato iscritto, senza essere in possesso del diploma di scuola superiore. Aveva presentato una autocertificazione in cui dichiarava di aver conseguito il diploma di maturità in un liceo veneziano. Non aveva dato nessun esame, ed in seguito ha trovato la scorciatoia più adatta.
Il vero medico pare si chiami Luigi Vincenzo, due nomi all’anagrafe. Lui ha aggiunto anche il suo, e si faceva chiamare Matteo nella vita quotidiana. Socio di tre cooperative di medici, ha fondato personalmente la società Medical & beauty di Verona, dal momento che la specializzazione che aveva scelto era quella della medicina estetica.
Come medico di pronto soccorso si limitava a visitare, e gi sono state sottoposte circa 300 persone. Ha lavorato all’ospedale “Orlandi” di Bussolengo, all’ospedale di Isola della Scala, al Policlinico di San Giorgio a Pordenone, all’ospedale S. Croce di Moncalieri di Torino, a Villa Gemma di Gardone Riviera a Brescia, a Villa Barbarano di Salò, nel Bresciano. Solo visite, nulla di particolarmente pericoloso.
Invece come chirurgo estetico non ha operato dei veri interventi, ma ha svolto parecchi delicati trattamenti di medicina estetica e praticato iniezioni di botulino e acidi ialuronici. E’ stato anche insegnante al centro di formazione professionale per estetisti Luniklef, a Verona. Non si può dire che aspirasse a fare il medico per poter condurre una vita pigra.
S. K.